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DOUBLE INCONSTANCE (LA) - regia Anne Kessler

"La double incontance", regia Anne Kessler. Foto Pascal Victor. ArtComArt "La double incontance", regia Anne Kessler. Foto Pascal Victor. ArtComArt

di Marivaux
regia Anne Kessler
La troupe de la Comédie-Française
con
Catherine Salviat/ un seigneur
Éric Génovèse /Trivelin
Florence Viala / Flaminia
Loïc Corbery / le Prince
Stéphane Varupenne / Arlequin
Georgia Scalliet / Lisette
Adeline D'Hermy / Silvia
e gli allievi-comédiens de la Comédie-Française
Claire Boust, Ewen Crovella, Charlotte Fermand, Thomas Guené, Solenn Louër, Valentin Rolland
Scenografia / Jacques Gabel
Drammaturgia / Guy Zilberstein
Costumi / Renato Bianchi
Luci / Arnaud Jung
Lavoro Coreografico / Glysleïn Lefever
Suono e Video / Nicolas Faguet
Trucco/ Véronique Nguyen
Parrucchiera / Cécile Gentilin
Assiste alla regia / Gabriel Tur
Parigi, Salle Richelieu da 29 novembre al 1 marzo 2015

www.Sipario.it, 10 dicembre 2015

Silvia e Arlecchino, giovani di umili origini, sono uniti da un amore puro e disinteressato. Il Principe che governa la regione si innamora della bella Silvia e decide di rapirla e portarla a corte per convincerla a sposarlo, ma la coppia non accetta di essere sottoposta al volere del principe e giura di resistere. A corte viene organizzato, dall'entourage del Principe, un piano machiavellico per dividere i due innamorati senza che questi se ne rendano conto: Silvia viene colpita nella vanità, dopo essere stata sbeffeggiata dalle cortigiane, cede a regali di corredi lussuosi del principe, che le permettono di acquisire le parvenze di uno statuto sociale al quale inconsapevolmente ambisce. Allo stesso tempo Arlecchino non resiste alle leccornie e ai vini pregiati del palazzo, adulato da Flaminia, subdola complice del principe, e finisce per invaghirsene pur credendo fino all'ultimo che si tratti di amore fraterno.

Nonostante la differenza di classi sociali tutti I personaggi utilizzano lo stesso linguaggio, piuttosto attualizzato nella drammaturgia di Guy Zilberstein, come a dimostrare un'umanità che agisce d'istinto e che viene pilotata dai propri stati d'animo. Anche quando si hanno delle convinzioni morali, il sentimento tradisce e detta legge sui nostri comportamenti. Non vi è una realtà indivisibile, ma un costante mutamento, l'ambivalenza della mente può portare a perdere l'integrità delle proprie convinzioni da un momento all'altro. Silvia e Arlecchino rappresentano un'ideale bucolico, l'onestà del buon contadino che viene deturpata dall'ingordigia della nobiltà, caratteristiche del dramma pastorale, che tende a condannare i falsi valori della "civiltà". Si potrebbe immaginare un parallelo al giorno d'oggi nel contrasto tra la globalizzazione neoliberista e i valori delle comunità locali; per questo probabilmente la narrazione è trasposta in un tempo indefinito nel quale si incontrano epoche diverse miscelate in una salsa al gusto del giorno.

Lo spazio scenico è organizzato come un «foyer» fittizio della Comedie Francaise. La scenografia di Jacques Gabel dispone gli attori in una sorta di sala prove per una ripetizione in un interno parigino tradizionale con al centro della stanza una vetrata con le indicazioni per la scena successiva. La sensazione di non finito è espressa perfettamente nei costumi di Renato Bianchi, si costruiscono con l'avanzare dello spettacolo, all'inizio semplici tele che mano a mano prendono forma di abiti, con tessuti dalle tinte più forti, volumi ampi e cappelli; sono completi solo alla fine dello spettacolo, quando sta per cominciare il vero spettacolo: Il matrimonio tra il Principe e Silvia da un lato e Flaminia e Arlecchino dall'altro. Doppio matrimonio, come doppia è l'incostanza.

Federica Sivieri

Ultima modifica il Giovedì, 10 Dicembre 2015 10:23

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