mercoledì, 25 giugno, 2025
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EDIPO A COLONO - regia Robert Carsen

“Edipo a Colono”, regia Robert Carsen. Foto Michele Pantano “Edipo a Colono”, regia Robert Carsen. Foto Michele Pantano

di Sofocle
Traduzione di Francesco Morosi
Regia di Robert Carsen
Scena: Radu Boruzescu. Costumi: Luis Carvalho
Luci: Robert Carsen e Giuseppe di Iorio
Movimento: Marco Berriel. Musiche: Cosmin Nicolae
Assistente alla regia: Stefano Simone Pintor. Assistente allo scenografo: Alison Isabel Walker
Interpreti: Giuseppe Sartori (Edipo), Fotinì Peluso (Antigone), William Caruso (Abitante di Colono), Rosario Tedesco (Capo Coro),
Clara Bortolotti (Ismene), Massimo Nicolini (Teseo), Elena Polic Greco (Corifea), Paolo Mazzarelli (Creonte), Simone Severini (Polinice),
Pasquale Montemurro (Messaggero)
Coro degli abitanti di Colono: Andrea Bassoli, Guido Bison, Sebastiano Caruso, Spyros Chamilos, Gabriele Crisafulli,
Manuel Fichera, Elvio La Pira, Emilio Lumastro, Roberto Marra, Jacopo Sarotti, Sebastiano Tinè
Accademia d’Arte del Dramma Antico. Coro degli abitanti di Colono: Davide Carella, Alessandro Cunsolo, Giovanni Costamagna,
Eddye Di Meo, Lorenzo Ficara, Samuele Ingrosso, Marco Maggio,Vincenzo Mandalà, Riccardo Massone, Carlo Marrubini, Bouland,
Davide Pandalone, Massimiliano Serino, Davide Sgamma, Adriano Spera, Stefano Stagno, Giovanni Taddeucci,
Flavio Tomasello, Angelo Valente, Alessandro Volpes
Seguito di Teseo: Samuele Cannoni, Andrea Catalano, Christian D’Agostino, Carlo Andrea Pecori Donizetti, Daniele Sardelli, Federico Valentini. Seguito di Creonte; Gabriele Esposito, Salvatore Mancuso, Lorenzo Patella, Tommaso Quadrella
Coro delle Eumenidi: Clara Borghesi, Carlotta Ceci, Federica Clementi, Alessandra Cosentino, Ludovica Garofani, Gemma Lapi, Zoe Laudani, Arianna Martinelli, Beatrice Ronga, Francesca Sparacino, Siria Veronese Sandre, Arianna Angioli, Allegra Azzurro, Claudia Bellia, Carla Bongiovanni, Margherita Cinardi, Anastasia Cino, Maria Rita Sofia Di Stasio, Virginia Giannone, Alessandra Giovannetti, Gaia Lerda, Giulia Maroni, Angelica Rampin, Erika Roccaforte, Gioia Maria Sanfilippo, Maria Clelia Sciacca, Sarah Gisella Simeoni, Francesca Totti. Direttori di scena: Dario Castro, Eleonora Sabatini
Assistente alla compagnia: Riccardo Rizzo. Responsabile allestimenti: Marco Branciamore
Responsabile sartoria: Marcella Salvo. Coordinatore audio, luci e video: Vincenzo Quadarella.     
Responsabile settore scenografico: Carlo Gilé. Responsabile trucco e parrucco: Aldo Caldarella.
Responsabile elettricisti di scena: Giuseppe Adorno. Responsabile acquisti: Francesco Bottaro
Costumi realizzati da Laboratorio di sartoria INDA. Scene realizzate da Laboratorio scenografico INDA
Produzione: INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico)
Teatro greco di Siracusa dal 10 maggio al 28 giugno 2025

www.Sipario.it, 14 maggio 2025

Edipo a Colono è il continuum dell’Edipo re del cosiddetto ciclo dei drammi tebani che ha il suo culmine nell’Antigone. Una trilogia ad opera di Sofocle, come lo fu l’Orestea di Eschilo, quasi una “serie teatrale” di 25 secoli fa, anticipatrice, se si vuole, di quelle “serie televisive” dei nostri giorni. L’Edipo, scriveva Peter Szondi nel suo saggio Teoria del dramma moderno, è la madre di tutte le tragedie. Un personaggio, come il suo nome, segnato sin dalla nascita dai suoi “piedi gonfi” (dal greco Οἰδίπους (Oidipous), composto da "οἰδέω" (oideo, "gonfiare") e "πούς" (pous, "piede”), condannato da una profezia a uccidere il padre Laio e sposare la madre Giocasta, ingravidandola quattro volte, per cui le due femmine Antigone e Ismene e i due maschi Eteocle e Polinice sono figli e fratelli nello stesso tempo. Una terribile verità, narrata nella prima parte. Edipo si acceca con degli spilloni: non solo per punirsi di colpe che sente non sue, ma soprattutto per il disgusto verso un mondo che ormai lo rifiuta.

L’Edipo che incontriamo adesso al Teatro greco di Siracusa, in questa 60ª Stagione di rappresentazioni classiche dell’INDA, sempre con l’epica regia del canadese Robert Carsen in grado di guidare grandi masse, e nella nuova traduzione di Francesco Morosi, è quello dello stesso  Giuseppe Sartori che tre anni fa aveva dato vita autorevolmente allo sfortunato personaggio, avendo adesso di diverso una barba fluente e una claudicante postura, tant’è che giunge in scena, agghindato da tuniche scure (i costumi erano di Luis Carvalho), scendendo dai gradoni del Teatro con un bastone in mano e appoggiato alla figlia Antigone di Fotini Peluso. Anche la scalinata ad opera di Radu Boruzescu, che giganteggiava nel precedente Edipo re, è la stessa per questo secondo spettacolo: cambia solo il colore, adesso è tutta verde, come i trenta e passa cipressi piantati sugli scalini (molti di più rispetto a quella Lulu di Wedekind secondo Bob Wilson al Festival di Spoleto del 2012), che vogliono indicarci, complici le musiche di Cosmin Nicolae, che ci si trova in una sorta di cimitero, certamente un luogo sacrale situato attorno a Colono. Un villaggio vicino ad Atene, il cui re Teseo di Massimo Nicolini, in abito bianco, contrariamente ai suoi abitanti che vorrebbero allontanare Edipo per i suoi trascorsi, lo accoglie affettuosamente dandogli ospitalità e protezione. Intanto lo raggiunge sulla scena la figlia Ismene di Clara Bortolotti, portando la notizia che i fratelli Eteocle e Polinice si stanno dando battaglia, anche se per loro un oracolo avrebbe predetto la vittoria a colui che fosse riuscito ad assicurarsi l'appoggio paterno. Ad un tratto arriva pure in scena in compagnia dei suoi sgherri, il re di Tebe, Creonte, di Paolo Mazzarelli in abito nero, il quale intima a Edipo di ritornare a Tebe e rinunciare al suo esilio, e al suo netto rifiuto prende in ostaggio le figlie, subito dopo però liberate da Teseo. Ecco giungere adesso il Polinice di Simone Severini nel tentativo di ingraziarsi le simpatie del padre, che gli volta le spalle maledicendo sia lui che il fratello Eteocle. Allora Polinice spogliandosi dei suoi abiti e indossando quelli da combattimento andrà via scegliendo i gradoni del Teatro: morirà, come si sa, assieme al fratello, l’uno per mano dell’altro, come viene narrato nei Sette contro Tebe di Eschilo. Da qui in avanti e sino alla fine si manifestano una serie di prodigi divini che fanno capire a Edipo che la sua fine è vicina e dunque accompagnato da Teseo in quel bosco sacro alle Eumenidi sparirà per volontà degli dei dopo avergli profetizzato lunga prosperità per la sua città. Antigone e Ismene vorrebbero correre a vedere il luogo in cui riposa il loro padre, ma Teseo le ferma: a nessuno è lecito accostarsi a quel luogo. Le due sorelle si preparano allora a fare rientro a Tebe e come per incanto apparirà tra quei cipressi non più l’uomo del dolore, ma un resuscitato e luminoso Edipo in tunica verde e a braccia larghe. Belli i movimenti coreografici di Marco Borriel riferiti al Coro maschile in bianco degli abitanti di Colono e a quello femminile in verde delle Eumenidi, lungamente applauditi, unitamente a tutto il cast di ottimo livello, da un pubblico stimato intorno alle 5 mila persone. Questi gli spettacoli che l’INDA metterà in scena nella prossima stagione del 2026 dall’8 maggio al 26 giugno: Antigone di Sofocle per la regia di Robert Carsen nella traduzione di Francesco Morosi; Alcesti di Euripide per la regia di Filippo Dini nella traduzione di Elena Fabbro e I Persiani di Eschilo per la regia di Alex Ollé, tra i fondatori della compagnia La Fura del Baus, nella traduzione di Walter Lapini. 

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Venerdì, 16 Maggio 2025 09:22

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