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FANTASMA DI CANTERVILLE (IL) - con la voce di Ferdinando Bruni

Ferdinando Bruni Ferdinando Bruni

di Oscar Wilde
con la voce di Ferdinando Bruni
produzione: Teatro dell'Elfo
Milano, Teatro Filodrammatici dal 25 al 30 ottobre 2016

www.Sipario.it, 29 ottobre 2016

Un'esilarante, coinvolgente e piacevolissima lettura scenica capace di coinvolgere grandi e piccoli quella che Ferdinando Bruni (Gavirate/VA, 1952), attore e regista, giocando con la sua duttile voce e una mimica valente ed espressiva oltreché un fresco, giovanile e appassionato entusiasmo, fa de Il fantasma di Canterville (The Canterville Ghost), celebre parodia umoristica del 1887. Il racconto è frutto dell'ironica penna di Oscar Wilde (Dublino 1854 - Parigi 1900) - scrittore raffinato e insieme sferzante e dissacrante nonché infelice - che lo pubblica sulla rivista The Court and Society Review con un successo tanto strepitoso e duraturo che nel tempo ne sono stati realizzati adattamenti per cinema, teatro, televisione, fumetti... insomma un trionfo.

Personalità stravagante e tormentata, Wilde riesce con i suoi lavori pungenti quando non irriverenti e connotati da una scrittura semplice e incisiva a tracciare ritratti memorabili, in questo caso della famiglia americana che a fine Ottocento acquista (governante compresa) l'antico maniero di Canterville (vicino alla cittadina di Ascot nel Berkshire, cuore della vecchia Inghilterra) di cui l'onesto proprietario, un lord inglese all'antica, si libera volentieri visti i guai provocati ab immemorabili da un vecchio fantasma, un nobiluomo del Cinquecento macchiatosi di una colpa grave, che rispettando la più classica ghost story terrorizza chi frequenta il castello.

Tutto sembra procedere nel solco della tradizione del genere gotico, ma i guai sorgono gravi e complicati quando l'incredulità e il pragmatismo americano minano in modo pericoloso la tranquilla esistenza del fantasma messo in crisi e terrorizzato da una famiglia di 'miscredenti' a cominciare dal placido, scettico e disarmante pater familias, uno statista americano con signora e una nutrita schiera di figli dai nomi più fantasiosi e dall'inventiva più biecamente crudele in fatto di tiri mancini, burle e angherie di vario genere in cui primeggiano i giovanissimi gemelli, soprannominati 'Stelle e Strisce', disobbedienti e ferocemente burloni.

Tempi duri per il nobile spettro dopo secoli di onorato, impeccabile e ineccepibile servizio fatto di catene arrugginite e cigolanti, indelebili... macchie di sangue e altre amenità del genere...
Per fortuna le eccezioni ci sono e l'anima candida, pura e generosa di Virginia, l'unica figlia, finirà con il liberare lo spirito tormentato restituendo a lui e alla magione - che ha subito un restyling che tuttavia non è riuscito a sgomberare l'antico ospite - una pace consolatoria e definitiva.

Un racconto avvincente e finemente ironico che seduce per la forte icasticità della parola grazie alla straordinaria interpretazione di Ferdinando Bruni che accompagnato da rumori ad hoc recita in una scena scarna e dotata di un'unica sedia-trono tipica dei castelli irrisi insieme a fantasmi e a tutti gli stereotipi e cliché della vecchia Inghilterra.

Una narrazione che ha il fascino della fiaba e dei racconti che stimolano l'immaginazione e che, delineando due modi di vivere diversi, quello americano più pragmaticamente concreto ed essenziale e quello ideale e romantico della vecchia nobiltà inglese, evidenzia l'antitesi tra Vecchio e Nuovo mondo, contrasto che si va profilando ai tempi di Wilde il cui stile di vita non era comunque congeniale a nessuno dei due.

Oggi in cui realismo, pragmatismo e anche materialismo sono ormai globalizzati sicuramente questa deliziosa, arguta e sagace storia al limite del surreale finisce con l'esercitare un fascino maggiore rispetto al passato perché risponde anche a quella fame di spiritualità che passa attraverso tale via.

Wanda Castelnuovo

Ultima modifica il Venerdì, 25 Novembre 2016 22:30

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