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FURIOSO ORLANDO - regia Marco Baliani

Furioso Orlando Furioso Orlando Regia Marco Baliani

Ballata in Ariostesche rime per un cavalier narrante
adattamento teatrale di Marco Baliani liberamente ispirato
all'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto
con Stefano Accorsi, Nina Savary
scene Bruno Buonincontri
costumi Alessandro Lai
disegno luci Luca Barbati
regia Marco Baliani
Produzione Nuovo Teatro / Teatro Stabile dell'Umbria
Teatro alla Pergola, Firenze dal 20 al 25 novembre 2012

www.Sipario.it, 25 novembre 2012

Questa storia parte da un innamoramento: di Stefano Accorsi nei confronti dell poema cavalleresco di Ludovico Ariosto, l'Orlando Furioso, letto un'estate al Louvre.

Stefano rimane colpito e turbato – innamorato – dal testo, tanto da prendere il telefono e chiamare Marco Baliani, nome di punta del teatro di narrazione italiano, per chiedergli di metterlo in scena.

"Quanti siete?" gli chiede Marco. "Io, solo" risponde lui.

Marco accetta, in fondo l'Ariosto cantava il suo poema nelle corti da solo, un pezzo alla volta....

Nella sua versione però, liberamente ispirata all'Orlando Furioso, Baliani decide di mettere in scena, accanto a Stefano Accorsi narratore, l'attrice francese Nina Savary, il contrappunto, il grillo parlante, la voce fuori campo del racconto.

Quindi prende le rime dell'Ariosto, e dal di dentro le riscrive, proponendo un racconto nuovo, leggero e ammaliante, senza mai abbandonar il dell'Ariosto stile.

L'esperimento funziona, e funziona molto bene: e il Furioso Orlando che ne risulta, la Ballata in ariostesche rime per un cavalier narrante, cattura e convince.

Molto bella è curiosa è la scelta di affidare alla Savary il compito di creare i suoni che accompagnano il racconto di Accorsi direttamente sul palco, con le magiche macchine dei suoni di teatral memoria: la pioggia, il temporale, il vento, gli zoccoli dei cavalli... e poi ancora di accompagnarlo con chitarra e pianoforte, a ricamar intorno alle eroiche gesta un mondo, un'atmosfera.

La storia di Orlando inizia con un innamoramento, anzi di più, una folgorazione: quella di Orlando e, purtroppo per lui, non solo sua, nei confronti della bellissima e irraggiungibile principessa Angelica. Che scappa, senza lasciarsi prendere mai, nemmeno dall'eremita che la stordisce, nemmeno da Ruggiero che la salva dal mostro marino, né tantomeno da Orlando... ma solo da un fortunatissimo predestinato.

Baliani sceglie di puntare l'attenzione solo su alcuni aspetti delle tante storie del capolavoro, e lascia scherzosamente allo spettatore la libertà di "andarsi a legger la versione integral dell'Ariosto".

Una scena semplice, fatta di piccoli e grandi praticabili di legno a formare diversi luoghi, diverse altezze, su cui poggiano sparse le macchine dei suoni, lasciano tutto lo spazio che serve all'immaginazione, sapientemente coadiuvata da un gioco di luci che accompagna, spesso sostiene, a volte addirittura connota profondamente lo spettacolo – come il rosso esagerato, irreale e folle nel momento della pazzia di Orlando.

Stefano Accorsi ci lascia una prova attoriale (e di memoria, con le sue 32 pagine di copione in ariostesche rime imparate e recitate in un sol fiato, senza intervallo) magistrale, equilibrata nella gestione dei cambi di registro, intensa dal punto di vista gestuale. Decisamente nelle sue corde.

Azzeccata anche la scelta di affiancargli la Savary, con il suo incerto accento francese e la sua voce sottile crea un bell'effetto di straniamento nel sistema narrativo, e di contrapposizione nei confronti della voce calda e impastata di Stefano.

Aeffe

Ultima modifica il Lunedì, 12 Agosto 2013 11:24

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