da Pirandello
testo e regia Mandracchia, Reale, Toffolatti, Torres
Collaborazione alla drammaturgia Andrea Camilleri
Un progetto di Mitipretese
Al teatro India di Roma fino al 1° novembre 2009
Dispiace non poter fare soltanto lodi alle Mitipretese. Dispiace moltissimo, perché le quattro attrici riunite nel gruppo teatrale che porta questo singolare nome, sono stupende. Quattro talenti, Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra Toffolatti e Mariàngeles Torres, che farebbe piacere sempre applaudire e lodare, tali e tante sono le loro capacità sul palcoscenico: umanità, immedesimazione, ironia, capacità vocali, versatilità. Il loro ultimo lavoro, Festa di famiglia, tratto da Pirandello, con la consulenza di Andrea Camilleri per la drammaturgia, nasce con la voglia di parlare di un tema durissimo, la violenza sulle donne e la violenza nelle dinamiche familiari, attraverso brani ritagliati dalla vasta scrittura dal drammaturgo siciliano e poi ricuciti a formare un nuovo testo. Un patchwork nel quale si sente pesante la mano di Camilleri, soprattutto nei passaggi a tinte più fosche, quando la violenza esplode in maniera talmente cruda e realistica che non sembra di essere a teatro ma nello scenario di uno dei suoi romanzi o sul set di un film. In palcoscenico le scene di violenza spinta e l'eccesso di realismo purtroppo stridono sempre. E ottengono, fatalmente, l'effetto opposto: non fanno riflettere e non denunciano. Diventano fotocopia del reale, senza quella possibilità di suggerire e di sollecitare una catarsi che, nella migliore tradizione della tragedia greca, rappresenta uno strumento di riflessione per chi assiste alla rappresentazione.
L'idea di Mitipretese era ottima, Pirandello ha dentro la sua drammaturgia tutto quello di cui le quattro bravissime attrici di Roma, ore 11 (spettacolo della scorsa stagione, amato da pubblico e critica) avevano bisogno per raccontare la Famiglia problematica, piena di conflitti e di meschinità, di violenze psicologiche e fisiche, di tradimenti e d'ipocrisia. Ma lo spettacolo che ne è nato, è confuso, quasi caotico. Pirandello non esiste più, malgrado l'eco dei suoi Sei personaggi, di Questa sera si recita a soggetto, de La vita che ti diedi ed altre sue opere celebri. Non si capisce molto di questa storia di famiglia malata: tanti momenti di dramma, dai toni anche esagerati, accompagnati da stacchetti di comicità e ilarità esplosiva accompagnati da canzoni con cori a cappella e sonorità liriche. La sensazione è quella dello smarrimento puro.
E a poco servono gli sforzi delle attrici, che, comunque, sono giganteschi, al punto che, malgrado lo spettacolo sfilacciato e mal assemblato, all'uscita da teatro si continua a lodarle e a considerarle uno dei gruppi più interessanti e creativi del teatro contemporaneo.
Abbiamo il sospetto che l'intervento di Camilleri non solo non abbia aiutato la drammaturgia di questo spettacolo, ma forse abbia inciso anche sulla regia, che porta comunque la firma delle quattro attrici, soprattutto in quei cambi di registro così repentini che disorientano e che non appartengono, così accentuati, allo stile di questo gruppo teatrale. Alle Mitipretese non servono consulenze, non ne hanno bisogno, devono restare se stesse e, se mai, sbagliare con le loro gambe. Hanno tutto quello che serve per conquistare e toccare l'anima delle persone: intelligenza, preparazione, originalità e coraggio.
Flavia Bruni