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GUERRA E PACE – regia Luca De Fusco

"Guerra e Pace", regia Luca De Fusco. Foto Rosellina Garbo "Guerra e Pace", regia Luca De Fusco. Foto Rosellina Garbo

di Lev Tolstoj
Adattamento Gianni Garrera e Luca De Fusco
Regia Luca De Fusco
Aiuto regia: Lucia Rocco
Scene e Costumi: Marta Crisolini Malatesta
Disegno luci Gigi Saccomandi. Musiche Ran Bagno
Creazioni video: Alessandro Papa. Coreografia: Monica Codena
Direttrice di scena: Valentina Enea. Assistente alle scene: Francesca Tunno
Aassistente ai costumi: Laura Giannisi
scene realizzate dal Laboratorio di Scenografia del Teatro Stabile di Catania
Interpreti: Pamela Villoresi, Francesco Biscione, Lucia Cammalleri, Eleonora De Luca, Raffaele Esposito,
Alessandra Pacifico Griffini, Giacinto Palmarini, Paolo Serra, Mersila Sokoli, Federico Vanni (dal 16 al 23 febbraio Michele Nani)
Produzione: Teatro Biondo Palermo / Teatro Stabile di Catania / Teatro di Roma – Teatro Nazionale
Teatro Argentina di Roma dal 4 al 23 febbraio 2025

www.Sipario.it, 17 febbraio 2025

Forse, da direttore artistico al Teatro Verga Stabile di Catania almeno per tre stagioni (dal 2021 al 2024) prima di insediarsi al Teatro Argentina di Roma, Luca De Fusco si stava ammalando di tolstojte, adattando e mettendo in scena  prima Anna Karenina, superbamente vestita da Galatea Ranzi, e poi quel voluminoso romanzo di 1400 o 1800 pagine, a seconda le edizioni, che è Guerra e Pace, che racconta in modo epico le vicende della Russia zarista e dell’alta società nel primo scorcio dell’Ottocento, alla vigilia della guerra contro Napoleone. Senza più pensare (De Fusco) ad un trittico tolstojano, a detta di Pamela Villoresi che ho incontrato nei camerini, dopo la replica serale d’un sabato piovoso al Teatro Argentina di Roma. Che si apriva con la Villoresi in scena, elegante in blu cobalto, nei panni di un’intrigante Anna Pavlovna Scherer, Annette per gli amici, personaggio del bel mondo di San Pietroburgo, amante della vita mondana, pronta ad organizzare feste private e serate di beneficenza o di gala, una parente quasi della marchesa de Merteuil, al centro di quelle settecentesche Liaisons dangereuses di Choderlos de Laclos. Occorre subito dire che questo spettacolo di De Fusco di poco più di due ore con un intervallo, non mi è sembrato così palloso come il romanzo che annovera circa 580 personaggi e 73 che ricorrono più volte. Ricordo solo di non averlo finito di leggere e questo spettacolo con solo dieci protagonisti, alcuni in più ruoli, sono ben caratterizzati, anche se talvolta ho rischiato di non abbinarli con i rispettivi partners. Ci sono molte analogie con i tempi attuali, basti dire cosa sta succedendo in Europa e in Medio Oriente, affermando saggiamente De Fusco che nella sua messinscena di Guerra e Pace non si troveranno immagini del conflitto tra ukraini e russi, né tantomeno tra palestinesi e israeliani, nel momento in cui ben due guerre devastano la vita di tante persone e la coscienza del mondo intero. “Il problema – sostiene ancora De Fusco - è che non c’è bisogno di attualizzare il classico di Tolstoj. La convivenza tra guerra e pace, amore e morte, tiranni e popolo, parla già alla nostra coscienza contemporanea”. Sulla scena unica di Marta Crisolini Malatesta (suoi pure gli eleganti costumi a vita alta per le donne, di stampo militaresco quelli di quasi tutti gli uomini), raffigurante una salone/cortile, un interno/esterno insomma, con quattro usci laterali, due per parte, da cui si giunge tramite una scalinata larga quanto il palcoscenico, lasciando sullo sfondo una sorta di schermo su cui si stampano immagini della natura oppure i visi o i corpi ingranditi dei personaggi che vi compaiono, a volte pure in movimento, creati in video da Alessandro Papa, come ormai ci ha abituato De Fusco a vedere nei suoi spettacoli, (su questa scena appunto) vivono i protagonisti più importanti dell’opera. Incentrati in particolare sul goffo Pierre Bezuchov impersonato da Francesco Biscione e l’orgoglioso e sarcastico principe Andrej Bolkonskij di Raffaele Esposito che deluso dalla giovane e infantile moglie Lisa, preferisce fare l’aiutante di campo del generale Kutuzov (Federico Vanni e dal 16 al 26 febbraio Michele Nani). Ci sono poi quattro giovani ragazzi della famiglia dei Rostov che vivono a Mosca, di cui si notano il Nikolaj di Giacinto Palmerini e l’appassionata, tenera Natascia di Mersila Sokoli e c’è pure la loro cuginetta Sonia di Eleonora De Luca che vive con loro e che ama Nikolaj. In campagna invece vive il vecchio e dispotico Bolkonskij di Paolo Serra che esercita il suo potere sulla dolcissima figlia Marja di Lucia Cammalleri,, mentre l’altro figlio Andrej si arruola e va in guerra cercando un significato della sua svogliata esistenza. Intanto a Pierre Bezuchov (forse l’anima dello stesso Tolstoj) gli muore il padre, diventando improvvisamente ricco perché ha ereditato tutti i suoi averi e il principe Vasilij Kuragin (lo stesso Serra) con abili intrighi riesce a fargli sposare la sua bella e infida figlia Hélène (Alessandra Pacifico Griffini), la quale forse trescando con tale Dolochov (lo stesso Nani), costui viene sfidato da Pierre in duello con la pistola rimanendo ucciso, separandosi subito dalla moglie. Troverà in seguito un po’ di sollevo iscrivendosi alla massoneria, progettando l’emancipazione dei servi, addirittura progettando di ammazzare in maniera donchisciottesca Napoleone quando invade la Russia, rimanendo prigioniero delle truppe francesi e costretto a marciare con loro nel ghiaccio durante la disastrosa ritirata. Succede pure che Andrej ferito ad Austerlitz, torna in licenza a casa mentre la stessa sera la moglie muore dando alla luce un bambino e dopo ad un ballo innamorandosi di Natascia cerca di unirsi in un matrimonio che viene sempre rimandato perché il padre di Andrej si oppone caparbiamente alle sue nozze. Succede ancora che Andrej durante un viaggio si lascia affascinare dal vanitoso Anatolij Kuragin (lo stesso Palmeri), fratello di Hélène, di fatto rompendo il fidanzamento con Natascia che cade in depressione. Ancora sempre Andrej viene ferito gravemente durante la battaglia di Borodino incontrando nell’infermeria Anatolij cui hanno amputato una gamba. Natascia riscoprirà d’essere ancora innamorata di Andrej nel momento che lo trasportano via ormai morente, mentre Mosca è presa d’assalto e interamente incendiata dall’armata francese. Una vittoria che ha il sapore d’una sonora sconfitta, perché quel furbastro del generale Kutuzov vincerà la guerra di Russia senza combattere, solo attaccando Napoleone mentre si sta ritirando dal freddo glaciale di quelle savane. La guerra volge al termine, Pierre rivede Natascia a Mosca, i due si amano e si sposeranno felicemente.   

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Martedì, 18 Febbraio 2025 07:37

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