Da A.Birkin, L.Besson, G.B.Shaw
con Virna Zorzan, Alessio Giusto, Pietro Bovi, Lorenzo Martinelli, Diana Forlani, Matteo Fasanella
e con: Guido Lomoro
adattamento e regia di Matteo Fasanella
Produzione: DARKSIDE E.T.S. TEATROSOPHIA
Allestimento Scenico: Maurizio Marchini
Costumi: DarkSide E.T.S.
Foto: Agnese Carinci
Aiuto Regia: Sabrina Fasanella
Assistente alla Regia: Nicolò Berti
Grafica e SMM: Agnese Carinci
Roma, Teatrosophia dal 19 al 23 febbraio e dal 26 febbraio al 2 marzo 2025
Giovanna Dark, fascino ed enigmaticità di un mistero di fede Torna in scena la DarkSide LabTheatre Company con Giovanna Dark, che nell'intimo spazio del Teatrosophia regala un'esperienza di nicchia di una tale intensità da elevarsi quasi a contemplazione mistica. Matteo Fasanella e il resto della compagnia sconvolgono l'assetto del Teatrosophia per dare vita a un'esperienza più immersiva che predisponga lo spettatore a lasciarsi andare al turbinio di emozioni e visioni che questo spettacolo offre. Lo spazio scenico si estende alla zona sopraelevata posta a destra rispetto all'entrata, dove normalmente in questo teatro si trova il pubblico, mentre questo è posizionato in tre file frontali alla parte bassa del palco. Così facendo si garantisce un ampliamento del palcoscenico e la possibilità di potersi giocare la carta dei due “set” in cui si consumano azioni differenti. Corinne Vosa
Le luci si spengono e da dietro i pannelli teatrali esce correndo una giovane donna. Il contrasto tra luce e oscurità proietta in un’atmosfera colma di mistero e spiritualità. A un tratto una luce rossa illumina la giovane donna, come un’alba che si irradia nel cielo, poi ecco una voce fuori campo… una spada… una visione. Un inizio, quello della storia di Giovanna d’Arco, la pulzella di Lorena, che sosteneva di sentire la voce di Dio e vederlo in forma umana, la martire che fu bruciata al rogo per eresia e tanto tempo dopo santificata. Sosteneva che la sua fosse una guerra santa voluta da Dio. Una donna umile che riuscì a portare alla vittoria un esercito modesto, pur non sapendo niente di guerra e strategie militari. Una figura misteriosa, non catalogabile. Pazza o santa? Invasata o messaggera di Dio? La DarkSide LabTheatre Company accoglie questo enigma e sulla dicotomia del dubbio costruisce il fascino di quest'opera teatrale, una drammaturgia ispirata al film di Luc Besson per quanto concerne il binario drammaturgico e buona parte dei dialoghi, seppure attribuiti a personaggi talvolta diversi.
Dopo tre visioni Giovanna chiede udienza a re Carlo di Valois a cui intende rivelare di essere stata incaricata da Dio di guidare un esercito a suo nome per riconquistare la Francia, occupata dagli inglesi, e incoronarlo re. I consiglieri di Carlo, Jean e Gilles, cercano di dissuaderlo a concedersi a questo incontro apparentemente folle e rischioso, ma il futuro re, su suggerimento della moglie, decide di incontrare Giovanna e di darle fiducia.
A interpretare la santa guerriera è Virna Zorzan, attrice di una bravura disarmante. La sua Giovanna è audace, forte, piena di ardore, ma le si legge negli occhi anche un’innocente fragilità, mentre il fisico minuto e aggraziato evidenzia la purezza d'animo. Lo sguardo sembra rapito da qualcosa di trascendente o al contrario mosso da una forza interiore dirompente, in ogni caso penetra nei confini di una dimensione più profonda e spirituale, emotiva o metafisica. Il suo è l'occhio della veggente. Sguardo e voce inoltre trasmettono quella vulnerabilità e forza al contempo di cui accennavamo, fervore e impulsività.
Giovanna è alla ricerca disperata di un senso da dare alla propria vita e lo trova nelle sue visioni.
Febbrile e dinamica, ha bisogno di combattere una battaglia, legittimata dall’universo stesso.
Re Carlo VII è interpretato dal bravissimo Lorenzo Martinelli, che ne dà una versione molto eccentrica, regalandoci un personaggio vanaglorioso, euforico, istrionico, farsesco, ma con sfaccettature tormentate, come la velata insicurezza, che contribuisce a restituire una personalità dal taglio ironico ma complessa e tridimensionale. Martinelli punta nell'evidenziare la volubilità del personaggio e la sua ingordigia di potere.
Jean (Pietro Bovi) è serio, affidabile, onorevole, gentile. Inizialmente saggio e ponderato, si lascia poi invadere dal fervore e la passione di Giovanna, verso cui non è chiaro se nutre sentimenti di profonda stima o di amore represso.
Alla delicatezza di Jean si contrappone l'arroganza di Gilles De Rais (Alessio Giusto). Geloso del successo di Giovanna ed esponente di una visione patriarcale della società. Severo, tradizionalista e autoritario, ricorre a metodi subdoli per liberarsi della donna che lo mette in ombra.
Poi c'è la regina Maria d’Angiò (Diana Forlani). Ambigua e manipolatrice, usa Giovanna d'Arco per ottenere la corona e una volta che non le serve più la tradisce. Incisivo e inquietante lo sguardo soddisfatto nel vederla in disgrazia a un passo dalla morte.
A completare il cast Guido Lomoro direttore del Teatrosophia che interpreta con austerità e severità il Vescovo Cauchon.
Giovanna Dark è una storia di pazzia o visionarietà? Ci si chiede se i momenti in cui l'atmosfera è rarefatta e onirica stiano a rappresentare delle visioni o gli inganni di una mente che mente alla protagonista stessa. Affiorano quesiti etici sull'impresa sanguinolenta di Giovanna d'Arco. La divinità cristiana può volere tutto quel sangue? Matteo Fasanella sceglie di accennare appena le violenze degli inglesi sui cittadini francesi, a differenza del film dove gli abitanti del villaggio contadino di Giovanna vengono trucidati e la sorella prima di essere uccisa violentata. Questa scelta porta lo spettatore a non sentire l'urgenza di una guerra e dunque a percepire la missione di Giovanna più pretestuosa e non necessaria. Rispetto al film di Besson c’è una conflittualità forte e un chiaroscuro dell’anima. Un personaggio misterioso, interpretato dallo stesso regista, lascia un segno indelebile sulla scena. Con il volto per metà nero, è dualismo e ambiguità. Metà luce, metà oscurità. Indossa abiti moderni e gioca con uno yo-yo mentre affonda lame taglienti nella coscienza di Giovanna. Ha molto del Mefistofele del Faust, ma potrebbe essere anche il suo opposto, il Creatore. Ancora di più una zona dell’interiorità che riporta Giovanna alla ragione e alle sue vere motivazioni, che sia l’inconscio o la coscienza, o viceversa la vulnerabilità umana che dubita delle proprie certezze, pur corrette, precipitando in un caos di fragilità e pentimento e rinnegando il giusto. La confessione finale di Giovanna può essere catarsi e momento rivelatorio o un momento di cedimento di fronte al demonio o all'insicurezza umana per poi ritrovare Dio solo nella luce della morte. L’uomo enigmatico dato l’abbigliamento contemporaneo potrebbe anche essere l’uomo moderno che a posteriori giudica Giovanna d'Arco o la conduce a una consapevolezza maggiore, tanto che il loro dialogo sembra ricordare una seduta psicoanalitica. D'altro canto può essere anche l'uomo nichilista che ha ucciso Dio e tenta Giovanna a fare lo stesso. Non è possibile dare un'unica definizione a questa figura enigmatica, semmai tante che insieme sono un tutt'uno, un potenziale infinito. Il bello di questa versione della storia di Giovanna d'Arco è proprio nella profondità allegorica e contenutistica in cui si inabissa.
La DarkSide LabTheatre Company non smentisce mai il proprio talento ed è impeccabile sotto ogni punto di vista. Regia, scrittura, scenografia, recitazione. Quest'ultima si conferma davvero pregevole, delicata e intimista, incisiva e caratterizzata da una teatralità energica e decisa, ma mai eccessiva o esasperata. Matteo Fasanella nella sua regia gioca molto con le luci: rosse nella chiamata iniziale di Giovanna; blu e gialle nell'investitura militare della donna, quando Jean le fa indossare l'armatura; poi arriva una scala di grigi che culmina con un effetto di bianco e nero; la convalescenza di Giovanna è invece scandita da luci verdi; la sua agonia finale dal buio, il rosso del fuoco appena accennato e poi una luce che porta un'ultima speranza, forse quella dell'incontro finale con Dio, la chiamata a raggiungerlo nel suo abbraccio di pace. L'illuminazione si fa anche scenografia nel momento in cui la regia decide di illuminare alcuni personaggi e gettare nel buio altri, così da dividere ulteriormente gli ambienti ed esaltare stati d'animo differenti, come nella scena dell'incoronazione.
Giovanna Dark è anche un viaggio nel mistero di un eroismo femminile che ha illuminato la storia con il suo esempio. Fonte di contraddizioni, questa donna osò sfidare una società patriarcale arroccata sulle proprie tradizioni. La sua storia è caratterizzata dal fascino dell'inspiegabile e la DarkSide LabTheatre Company ne restituisce tutta la suggestiva bellezza.