testo e regia di Valerio Cappelli
con Sergio Rubini
produzione Prima International Company di Angelo Tumminelli.
SUONI DI SIRENA, CINGOLATO, TRUPPE IN MARCIA
MUSICHE REGISTRATE: circa 15 minuti (compresi i valzer di inizio e chiusura)
Valzer n 2 (da Jazz Suite): quando il pubblico entra in sala.
Valzer op 105 (dall’operetta Mosca Ceremuski): da minuto 3,30 a 5,00. La musica alla fine viene ripetuta più volte.
Quartetto n 8
Sinfonia n 5
Sinfonia n 11
Sinfonia n 12
Sinfonia n 8
Sinfonia n 11
Sinfonia n 10
Sinfonia n 10
Sinfonia n 5
Sinfonia n 5
Sinfonia n 7
Quartetto op 15
Sinfonia n 10
Sinfonia n 15
Napoli, Teatro Mercadante 24 marzo 2025
Uno spettacolo intimo, riservato, quasi sussurrato quello dedicato a Dmitrij Šostakovič, il compositore russo (1906-1975) vissuto durante il regime staliniano, interpretato da Sergio Rubini. Il testo teatrale è di Valerio Cappelli, che firma anche la regia, che ha voluto omaggiare un uomo, un artista che ha amato la sua patria, pur subendone anche il controllo e la prepotenza, ed ha composto opere che ancora oggi sono apprezzate. La scelta del titolo “Gli occhiali di Šostakovič” è spiegata del regista dal fatto che è rimasto colpito dal suo sguardo “che sembra scivolare via e invece è impenetrabile, imperscrutabile, dietro le spesse lenti da miope. Sono gli occhiali di chi cerca di mettere a fuoco la verità occulta dal potere”. Non solo gli occhiali come oggetti che lo distinguono ma anche la valigia che il compositore aveva sempre pronta sotto al letto perché temeva di essere arrestato da un momento all’altro. La scena è quasi spoglia: una valigia, un leggio, una scrivania e un appendiabiti, in un palco illuminato poco dove Rubini si muove con passo lento e voce impostata. Il monologo fa riaffiorare le memorie del compositore dal sottosuolo, non quello di Dostoevskij, che parlando in prima persona racconta i momenti salienti della sua vita non in ordine cronologico ma seguendo le emozioni, le paure, i fatti che si sono susseguiti. Si scopre dunque che ha avuto una vita che ha oscillato sempre: ha avuto grandi onori ma anche tante umiliazioni, ha avuto i funerali da eroe di Stato ma è stato accusato di formalismo dalla Pravda ed è stato interrogato più volte al fine di estorcergli informazioni. Talvolta ha dovuto scendere a qualche compromesso ma questi non tolgono nulla alla sua grandezza. A corredo del racconto la sua musica, quella che maggiormente lo definisce e lo rappresenta, e poi immagini a tutto schermo di quell’epoca, in modo da ricreare in sala le atmosfere visive e musicali che si assaporavano. Rubini ha dato una buona prova attoriale in un percorso teatrale che evolve e restituisce una recitazione pulita, diretta e matura. Simona Buonaura