lunedì, 14 luglio, 2025
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INTERPLAY CHARLIE PARKER, LE ALI DEL JAZZ - regia Ennio Coltorti

"Interplay Charlie Parker, le ali del jazz", di Alma Daddario, regia Ennio Coltorti "Interplay Charlie Parker, le ali del jazz", di Alma Daddario, regia Ennio Coltorti

Festival Internazionale Teatro Romano Volterra Il Verso, L’Afflato, Il Canto Presenta
Interplay Charlie Parker, le ali del jazz 
di Alma Daddario work in progress drammatizzato Con la collaborazione del Museo del Saxofono di Fiumicino
Evento Unico in Anteprima Nazionale 
Teatro di Documenti Via Nicola Zabaglia, 42 (Roma)
con Ennio Coltorti e Massimo Napoli
Regia Ennio Coltorti
Selezione musicale Pietro Sergio Luci,
fonica, voce off Davide Marchese
Roma - Teatro di Documenti 9 giugno 2025

www.Sipario.it, 10 giugno 2025

“Il critico serve all’artista, perché egli non è in grado di dialettizzare la sua creazione, di divenire consapevole fin dove arriverà ciò a cui dà vita”. Queste parole, affidate al personaggio di Bruno Werner, si può dire racchiudano il significato dello spettacolo Interplay di Alma Daddario, in scena con una data secca al Teatro di Documenti per la regia di Ennio Coltorti.

Più che di spettacolo vero e proprio, si è trattato di una lettura scenica. Su un tavolo rettangolare mediamente lungo posto al centro del palco, i due interpreti: Massimo Napoli (Bruno Werner) ed Ennio Coltorti (Charlie Parker) siedono e cominciano a raccontare il loro rapporto. Un incontro/scontro vero e proprio durante il quale si manifestano due anime in perenne contrapposizione: quello dell’artista e quello dell’intellettuale. Da un lato, la pura creazione che si preoccupa soltanto di dare forma a sensazioni e sentimenti senza stare a badare al contenuto. Dall’altra parte, un tentativo di razionalizzare ciò che al creatore sfugge e a cui, forse, nemmeno aveva pensato; e di raccontarlo al pubblico in modo che possa divenire sempre più consapevole delle manifestazioni artistiche di cui fruisce.

La storia entro cui questo processo dialettico si svolge è quello dell’incontro fra Parker e il giornalista-critico musicale Werner, il quale ha deciso di scrivere un libro sul grande musicista, nel tentativo di carpire i segreti di questo genio. The bird, come erano soliti soprannominarlo i suoi estimatori, perché certi suoi fraseggi somigliavano a degli uccelli veri e propri, tanto erano coraggiosi, originali, innovativi, leggeri.

Parker si racconta, ma senza stare a badare al senso di quello che dice. In fin dei conti, lo sentiamo affermare nel corso dello spettacolo, la musica si fa. Nasce e si espande. Diviene energia, come tutto quello che c’è al mondo: perché la realtà è vibrazione. Nulla di più. E la musica è questo. Werner registra, prende nota, insegue The bird in tutto ciò che racconta, nei suoi eccessi di droga e alcol anche. Così è sicuro di comprendere il mistero dell’arte di quest’uomo. Ma quando il libro è concluso, e Parker lo legge per darne un parere, non ci si ritrova. O meglio: rivede l’aspetto esteriore di sé. In parte lo approva e in parte no. Ne è contento ma anche scontento. Forse perché avrebbe desiderato, anche lui, conoscere il segreto della sua arte e del suo essere artista?

Ennio Coltorti ha dato un’ottima prova di recitazione. Il suo Parker ha la consapevolezza dell’uomo che è giunto quasi al termine dei suoi giorni; è pacato, non subisce più i mutamenti repentini del suo umore. Egli asseconda i suoi vizi per quello che sono, valutandoli per ciò che sono: gesti e nulla di più.

Il Bruno Werner di Massimo Napoli è consapevole del suo ruolo di intellettuale. Egli si sente al pari dell’artista che racconta e interpreta. Ma mai invadendo la sensibilità profonda, quella più fragile e drammatica, di Parker.

Su questa non si può far luce. La si può solo raccontare.  

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Domenica, 22 Giugno 2025 05:27

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