Una produzione di Familie Flöz
Un'opera di Andrés Angulo, Björn Leese, Hajo Schüler, Michael Vogel
Con Andrés Angulo, Björn Leese, Hajo Schüler
Regia Michael Vogel
Drammaturgia Michael Moritz
Musica Franui Musicbanda
Maschere e marionette Hajo Schüler
Scenografia Markus Johannes Nikolaus Trapp
Musiche Dirk Schröder
Disegno luci e video Reinhard Hubert, Animazione Andreas Dihm
Costumi Ottavia Trama, Acconciature e barbe Franziska Becker
Assistente artistico Stefan Lochau, Direttore di produzione Gianni Bettucci, Assistente di produzione Henrike Beran, Dorén Gräfendorf
Assistenza Stina Kraml, Vera Nau
Genova, Politeama Genovese 19 marzo 2015,
La grande famiglia dei Flöz torna a Genova con il nuovo spettacolo Haydi!, debuttato in prima mondiale a Stoccarda lo scorso novembre. La sala è piena di un pubblico che attende, ad ogni stagione, una nuova magia, un nuovo incanto fatto di maschere, musica e acrobazie.
Ma questa volta lo spettatore resta spiazzato. Haydi! infatti si differenzia, per molti aspetti, dal canone drammaturgico dei Flöz: le maschere, elementi portanti di ogni precedente lavoro, sono abbandonate dagli interpreti in scena e relegate alla parte "animata" dello spettacolo.
A questo proposito, i video e le proiezioni (e in generale tutta la parte tecnica) che accompagnano la narrazione sono sempre più sofisticati. Sul grande schermo a fondo palco osserviamo la miseria e le difficoltà della famiglia della piccola Haydi, con attori mascherati e travestiti su uno sfondo disegnato in stile fumettistico. La parte cinematografica funziona come flashback rispetto alle azioni agite sul palcoscenico.
Come di consueto la scenografia è fatta di volumi geometrici mobili, che definiscono spazi e suggeriscono ambienti. Ai lati del palco due grandi armadi a giorno, pieni di parrucche, barbe e vestiti utilizzati durante la performance, diventano quinte e superfici per le proiezioni. I Flöz portano i camerini in scena e svelano il travestimento, la parte artigianale del loro lavoro.
Un altro elemento di novità riguarda la presenza del linguaggio verbale che, in questo spettacolo, trova spazio sottoforma di gramelot che mischia suoni e parole di lingue europee.
Se nelle precedenti produzioni comicità e dramma erano strettamente connesse, in questa pièce assistiamo ad un taglio piuttosto netto tra il registro drammatico delle maschere animate in video e la clownerie della performance dal vivo. Questa cesura indebolisce la drammaturgia, spingendo la parte drammatica ad una deriva retorica e riducendo la parte comica a numeri di bravura.
Il riferimento alla storia di "Heidi" è lontano. Il racconto si concentra sulla necessità di partire e sulla difficoltà del migrante ad essere accolto. Il portone si chiude con forza alla richiesta della piccola Haydi di entrare. Gli applausi sono abbastanza freddi, nessuna standing ovation come ci si aspettava.
Gli elementi di rottura sono sintomo di una compagnia viva, che non vuole restare imprigionata in un'estetica definita e collaudata, ma che cresce nella ricerca e nella sperimentazione di nuovi modi. Il rischio è quello di deludere le aspettative di un pubblico affezionato e di non raggiungere il livello delle performance precedenti. Un rischio che bisogna correre.
Marianna Norese