di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte
versione italiana Fausto Paravidino
con Lisa Galantini, Alberto Giusta, Davide Lorino, Elisabetta Mazzullo, Aldo Ottobrino
scene e costumi Laura Benzi
luci Sandro Sussi
regia Antonio Zavatteri
co-produzione CMC/Nidodiragno, Fondazione Atlantide Teatro Stabile di Verona
Arzignano (Vicenza), teatro Mattarello, 17 aprile 2025
C’è la mano di Fausto Paravidino, e si vede, eccome, in questa divertente pièce francese firmata dalla coppia d’Oltralpe Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte, che il nostro autore-attore-regista rafforza nella versione italiana con un lavoro egregio, pieno di brillantezza oltre il testo: che, naturalmente è già divertente di suo. Infatti la commedia (dalla quale è stato tratto un film, diretto dagli stessi autori, e altri lavori (italiano uno, Il nome del figlio, diretto dalla Archibugi e tedesco l’altro con tanto di sequel) ha un’imprinting di facile, sicuro accesso al pubblico con una trama classica nel suo essere contemporanea. Amici durante una cena, con tutto quello che potenzialmente, può venirne fuori, soprattutto se si parla di veleni celati, ipocrisie, cose non dette e di questo tipo. Un umorismo alla francese che qualche volta capita che non collimi benissimo con lo spirito umoristico italiano ma che qui va sul sicuro, grazie a più elementi e a una visione tutt’altro che paradisiaca di una generazione che non ha poi molto da spartirsi. Dove è quello che c’è dentro ognuno dei personaggi che scalpita e vien fuori sin dalle primissime battute. E’ una storia del mondo, in fin dei conti, buttata sul divertimento ed è qui che la cosa funziona, fa ridere e divertire. I veleni che man mano che passano i minuti escono come le verità mal sopportate o addirittura non sapute generano dei piccoli grandi conflitti grazie a un congegno teatrale utile, collaudato. E’ il teatro che ci vuole per passare un paio d’ore serenamente e sempre riuscendo a ponderare su ciò che, in generale, siamo un po’ tutti. Pregi e soprattutto difetti. Paravidino mette tutta la sua esperienza e il proprio talento nella sua versione, e fa andare dritto in porto lo spettacolo tra numerose risate, per nulla scontate. Infatti oltre al copione, al testo, è importante che l’adattamento sia un concentrato di attori (e regia, bene quella di Zavatteri) che sanno muoversi in scena ed entrare nel sense of humor che la stessa commedia richiede. E’ un ritratto non benevolissimo di cinque quarantenni a cena, con una di loro anche in ritardo (chi di noi non ha amici che lo praticano abitualmente?). SI discute di tutto, con la vertenza messa in piedi da uno e più scherzi che non vanno svelati ma scoperti, che a loro volta generano malumori, invidie, ipocrisie quasi leggendarie. Tutto funziona, e il pubblico, in questo caso del teatro Mattarello di Arzignano, dove la commedia ha chiuso la stagione teatrale con calorosi applausi e risate continue, gradisce e credo si possa dire che in cuor suo si augura di passare più volte belle serate così a teatro. Qualche stereotipo, nel testo, c’è ma serve proprio a render scorrevole e simpatica la commedia: da quelli di sinistra anticonvenzionali al professor di musica apparentemente omosessuale con sciarpina arancio, ai rapporti coniugali logori e stanchi. Con una discussione che impegna buona parte della durata, sul nome pensato peri un figlio che sta per nascere. Ma la cosa poi si dipana e succede il cataclisma dei rapporti, che mostra più realtà, dove ognuno cova un suo giardino segreto, com’è poi normale che sia. Bene anche i protagonisti con in testa le prove di Aldo Ottobrino e Alberto Giusta, così sagaci e con mordente da far scorrere assieme agli altri loro compagni di scena la commedia, salvo Lisa Galantini, giusta ma che carica forse troppo il personaggio che risulta meno spontaneo degli altri. Francesco Bettin