di: Jean-Claude Grumberg
Traduzione e regia: Beno Mazzone
Interpreti: Giada Costa e Giuseppe Vignieri
Luci: Gabriele Circo e Fiorenza Dado
Produzione: Teatro Libero Palermo
Genova, Piazza San Matteo, 22 luglio 2022
Il Teatro Libero Palermo è, come per altre notevoli realtà teatrali italiane, piacevole ritorno sul palco di Lunaria Teatro. Dopo aver proposto spettacoli come Aspettando Manon e Non una di meno, quest'anno è La merce più preziosa ad essere portata in scena dal testo dello scrittore francese Jean-Claude Grumberg. Solo all’apparenza priva di una drammaturgia, La merce più preziosa è una romantica e poetica favola che vuole darci una visione diversa della Shoah, riducendone la portata drammatica in una prospettiva amorosa e incruenta. I due attori in scena sono i cantastorie di questo racconto e si muovono in una scenografia essenziale fatta di tre rastrelliere per cappelli. Indossando alternativamente uno o l’altro copricapo e utilizzando pezze di stoffa, Giada Costa e Giuseppe Vigneri interpretano i narratori e i personaggi del racconto. I due attori hanno sin dalla prima battuta la capacità di catalizzare l’attenzione del pubblico e di accompagnarli all’interno del testo. La voce e i gesti dei due attori sono mirabili e appaiono come le ideali eredità dei cantastorie popolari e del cunto siciliano. La merce più preziosa, parole con le quali i due protagonisti del racconto indicano la bambina trovata e lasciata dai genitori per salvarla dai campi di sterminio, viene così portato in scena come una fiaba popolare e l’elemento scuro e crudele dell’Olocausto viene vinto dall’amore supremo della famiglia, e più ancora di una madre. Amore che, nato dall’incontro con la bambina, appare come la più preziosa delle merci. Alla luce di questa nuova speranza l’esercito nazista, impegnato nella soluzione finale, non appare con il suo nome bensì viene evocato con un nome diverso e indistinto quale antagonista dell’eroe, o meglio ancora degli eroi concreti e astratti, del racconto. La merce più preziosa è uno spettacolo che si struttura perfettamente e dà al pubblico dolcezza, divertimento, commozione e riflessione, portando l’attenzione sulla corporeità del testo senza aggiungere artifici scenici e sonori che potrebbero inquinarne la bellezza. Oltre al dovuto plauso per i due attori, è doveroso rilevare quindi la pulizia e l’efficacia della regia di Beno Mazzone. Lo spettacolo, con il suo modo leggero di trattare un tema così dolente, risulta per il pubblico un’esperienza piacevole e positiva e viene affascinato da una storia soave e intrigante. La merce più preziosa conserva così tutta la magia del teatro e del racconto che nasce nel palcoscenico ma dialoga con il pubblico, ne cerca lo sguardo e ne indaga i sentimenti. Ancora più coinvolgente per il pubblico è la caduta nell’ora dell’azione scenica e in chiusura di spettacolo, quando gli attori quasi si fondono con il pubblico e ricordano l’ombra e la luce, la morte e la vita, di cui l’uomo sa essere capace.
Gabriele Benelli