regia di Alice Sinigaglia
di Diego Pleuteri
con Valentina Picello e Vito Vicino
sound designer Federica Furlani
scenografo Alessandro Ratti
luci Luca Scotton
La Corte Ospitale coproduzione Gli Scarti ETS con il contributo della Regione Emilia Romagna e con il sostegno del MIC e di SIAE
Teatro Gobetti Torino dal 18 al 23 febbraio 2025
Accogliere gli autori giovani è un merito. Drammaturghi che dimostrino innegabili doti. Il Teatro Stabile di Torino ha formato ed accolto Diego Pleuteri, classe 1998, con l’ospitalità di Madri e con la committenza di Come nei giorni migliori. Pleuteri, che ha studiato sia drammaturgia sia recitazione, rispettivamente alla Paolo Grassi di Milano e alla Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino, ha soltanto due testi all’attivo, ma è in procinto di scriverne altri. Intanto il primo, Madri, con la produzione de La Corte Ospitale, ha avuto l’agio di una sintetica tournée nazionale, passando per la Sala Pasolini del Teatro Gobetti di Torino. Opera piena, incentrata su un incontro tra madre e figlio, fotografato in vari piani, stratificazioni, quello della verosimiglianza, quello del sogno, della fantasia, del presente, del passato, dell’avvenire, dove si toccano le assenze, tra scatole, ricordi, paure, dolori, gioie, nostalgie, suggestioni. Ottima l’interpretazione di Valentina Picello, con il supporto di Vito Vicino, avvolgente la pièce, che immerge in un vortice di atmosfere senza allentare la tensione. Intrigante anche la regia della giovane Alice Sinigaglia (non è parente di Serena). Niente è scontato, tutto sorprende ma nulla turba, i personaggi si parlano senza guardarsi ma comunicano chiaramente e intensamente, nella banalità di un dialogo familiare, nella profondità di un affetto che tracima dalle parole e va oltre, nel pensiero, nella mente, nei meandri dell’immaginazione, in dimensioni parallele a quella che viviamo e chissà dov’è la vera verità? Ma poi, c’è? Pleuteri ha una felicità di scrittura (fulgida espressione mutuata dal compianto narratore e giornalista Luca Rastello) notevole, una maturità di sguardo che non collima con l’età, ed è capace di cambiare sia stile sia argomenti. Una bella e confortante scoperta per la nuova drammaturgia italiana. Che può serenamente ambire a varcare i confini, senza timore di respingimenti. Maura Sesia