Ente Teatro Cronaca
LVF-Teatro Manini di Narni
presentano
LUCA BIZZARRI
FRANCESCO MONTANARI
DAVID SEBASTI
MAURO MARINO
IL MEDICO DEI MAIALI
testo e regia di Davide Sacco
scene Luigi Sacco
costumi Annamaria Morelli
luci Luigi Della Monica
musiche Davide Cavuti
aiuto regia Claudia Grassi
amministratore di compagnia Luigi Cosimelli
Testo vincitore del Premio
Nuove Sensibilità 2.0 2022
Roma – Teatro Quirino Vittorio Gassman 23-27 aprile 2025
In un bellissimo saggio, Il genio di migliorare un’invenzione, Piero Boitani indaga l’arte della riscrittura: rielaborare, secondo un punto di vista personale, una storia. Dove, dunque, l’originalità? Nel darle l’opportunità di svilupparsi in ogni dettaglio. Ogni riscrittura, pertanto, è questa potenzialità quasi illimitata di aperture. Non è possibile creare nulla di nuovo? È una risposta troppo ardita. La creazione, secondo tale prospettiva, consiste nel percepire le potenzialità inespresse d’un’opera e dar loro vita. Cosa accadeva, del resto, coi miti antichi e le tante variazioni giunte sino a noi? Ora, si prenda l’Enrico V di Shakespeare: metafora del buongoverno, simbolo di come il potere possa mutare – in meglio, in questo caso – il carattere e il destino d’un giovane che sembrava votato all’indolenza e alla dissoluzione. Il tutto solo prendendo coscienza del proprio posto nel mondo e dell’importanza del ruolo da ricoprire. Davide Sacco, nel suo Il medico dei maiali in scena al Quirino (spettacolo di cui firma anche la regia), pare pensare all’opera di Shakespeare in chiave di malgoverno. La riscrive facendola interagire con un’altra operetta, filosofica ma altamente teatrale, di Carl Schmitt: Il dialogo sul potere, nel quale si mostra come per qualsiasi carica pubblica ricoperta da un essere umano, quello dell’onnipotenza è un desiderio irrealizzabile. Perché sempre si formerà, accanto al capo d’un governo, una stanza dei bottoni pronta ad arginare manifestazioni d’onnipotenza in qualsiasi momento si presenteranno. Il re d’Inghilterra viene ucciso dai suoi consiglieri più vicini per salvare l’amata nazione. È morto d’infarto: questa la voce che dovrà circolare. Si provvederà a incoronare sovrano il principe ereditario: un giovane dissoluto e sciocco, inconsapevole dei compiti e delle responsabilità del suo ruolo. Il principe scialbo, giunto a palazzo, incontrerà un veterinario specializzato nella cura dei maiali, chiamato – nell’impossibilità di convocare un medico vero – a constatare il decesso del re per ragioni cardiache. Ma il medico dei porci è uomo scaltro, o così crede: capisce che d’assassinio si tratta, e non di morte naturale. Ma tace, preferendo prendere la palla al balzo per instillare, nel nuovo re e in uno dei consiglieri omicidi – il più anziano – il dubbio che quanto compiuto, che si sta per compiere e si compirà, sia davvero giusto. Il veterinario è convinto, così, di cambiare il mondo. Diventato re, il giovane dissoluto, questo nuovo Enrico V, si fa arrogante, spietato, assassino senza scrupoli. Riscrivendo le due opere di Shakespeare e Schmitt, Sacco ci consegna un’operetta morale sul potere: entità informe e melliflua, che spersonalizza chi la incarna e muove tutti a suo piacere: come un puparo le sue marionette. Impossibile cambiare tale status quo. Francesco Montanari, Luca Bizzarri, David Sebasti e Mauro Marino si sono dimostrati attori straordinari, con un ottimo ritmo e una raffinata ed equilibrata presenza scenica. Pierluigi Pietricola