di Angelo Beolco detto Ruzzante
adattamento di Gianfranco De Bosio
Regia Marco Sciaccaluga, Scene e costumi Guido Fiorato
Musica Andrea Nicolini, Luci Sandro Sussi
Con Tullio Solenghi, Maurizio Lastrico, Barbara Moselli, Enzo Paci
Teatro Stabile di Genova
Teatro della Corte, Genova 15 novembre 2011
www.Sipario.it, 17 novembre 2011
E' un Cinquecento ben lontano dalle Corti principesche e dalla cultura del Rinascimento, quello che approda sul palco del Teatro della Corte con Moscheta di Ruzzante. I protagonisti sono gente povera, rozza e ignorante che si esprime con un linguaggio sboccato, però vivo e immediato. Questo tono di immediatezza caratterizza tutto lo spettacolo, diretto da Marco Sciacclauga, dandogli il valore di una messinscena quasi improvvisata e lo stesso dialetto (a volte però incomprensibile) diventa una espressione di spontaneità. I quattro personaggi, tre uomini e una donna, sono ben delineati in scena, a cominciare dallo spasimante della bella Betia, al quale Maurizio Lastrico dà un esasperato coinvolgimento emotivo; il soldato di Enzo Paci offre accenti rozzi e violenti ed è a tratti una autentica maschera della Commedia dell'Arte, Barbara Moselli impersona le seduzioni femminili di Betia, rese con efficacia scenica e bella dizione. E' Ruzzante tuttavia il "mattatore" della vicenda, un personaggio a più dimensioni di cui Tullio Solenghi mette in luce l'aspetto di marito scornato, di imbroglione sfortunato, di uomo pauroso e sciocco, ma pure di malinconico e illuso sognatore. La verve comica di Solenghi dà il via alle risate e al sicuro divertimento. Meritano una nota le scene e i costumi di Guido Fiorato.
Etta Cascini