da Alexandre Dumas figlio
Testo di Fausto Cosentino
Regia: Fausto Cosentino
Scene: Giorgio Panni e Giacomo Rigalza
Interprete: Francesca Faiella
Produzione: Lunaria Teatro
Genova, Chiostro di San Matteo, 8 e 9 agosto 2016
Il romanzo di Alexandre Dumas figlio, La signora delle camelie, ha eternato nell'immaginario del pubblico la figura di Margherita Gautier, personaggio sofferto e vittima del capriccio del mondo borghese. La rilettura fatta da Fausto Cosentino su un testo tanto complesso e sfaccettato è una scommessa vinta senza alcun dubbio, specialmente grazie alla bravura della protagonista Francesca Faiella. La produzione della Lunaria Teatro, così come fatto nell'ambito della rassegna Festival in una notte d'estate, sceglie come ambientazione il chiostro di San Matteo a Genova. Il chiostro racchiude la scenografia costituita da un letto disfatto, accanto al quale è accesa una candela, diverse camelie e altre candele ai piedi del letto. Si presenta subito un luogo ristretto e claustrofobico che sarà per Margherita non più un giaciglio ma una cellula di dolore dal quale si alterneranno i ricordi e le speranze che andranno fatalmente a spegnersi. Francesca Faiella si dimostra ispirata e calata perfettamente in un personaggio intenso e tragico. Attrice a tutto tondo, la Faiella stupisce il pubblico con gli accenti sofferti della voce, con il sorriso acceso dalla speranza e occupando lo spazio scenico con tempi perfetti. La veste diafana e il velo costituito da una coperta candida la fanno apparire nello stesso istante un angelo sacro e profano, condannato alla morte più dall'abbandono dell'amato che dalla malattia che lo sta consumando. Il monologo interiore della attrice, unica presenza in scena, si dipana senza cali di tensione e risulta molto coinvolgente nell'alternarsi tra le parole proferite all'amato assente e crudele e le immagini terrifiche che si alternano nella mente di una Margherita sempre più delusa e prossima alla fine. È un cammino doloroso quello che la protagonista intraprende e che la Faiella accende di tratti sempre più marcati. Si alternano il tema dell'amore, la disperazione e la speranza, che l'attrice rende con mirabile capacità. Margherita ha la voce e le fattezze di una sacerdotessa dell'amore e del dolore, della colpa e dell'espiazione. La vicenda della bella cortigiana parigina si chiude con la sua morte, ma ancor più con la sua sublimazione: indossata dalla Faiella una veste bianca che ne arricchisce la figura, Margherita pare innalzarsi al cielo come una santa in estasi, affrancata dal dolore e dalla miseria terrena. Il peccato, che Margherita temeva irrecuperabile, si scioglie nel perdono e nell'applauso convinto del pubblico. Molto convincenti anche le scelte musicali, con diversi brani de La Traviata di Giuseppe Verdi, opera basata appunto su La signora delle camelie.
Gabriele Benelli