di Ian McEwan
regia Cristina Crippa
con Marco Bonadei
scene e costumi Roberta Monopoli
luci Michele Ceglia
suono Luca De Marinis
voci registrate di: Ferdinando Bruni, Elio De Capitani, Cristina Crippa, Enzo Curcurù, Alice Redini, Elena Russo Arman, Vincenzo Zampa
Milano, Teatro Elfo Puccini, dal 9 al 22 dicembre 2022
Nel guscio al riparo dalla malvagità del mondo
All’Elfo Puccini va in scena il geniale romanzo di Ian McEwan. Un feto, nella pancia di sua madre, ascolta il mondo esterno e diventa testimone involontario di un omicidio. Sua madre, mamma Trudy se la fa con zio Claude, il fratello squattrinato del marito. I due avanzano agli inquirenti l’ipotesi di un suicidio, confondono le acque. E se il feto potesse parlare? Su questa domanda chiave, la regia di Cristina Crippa affida il ruolo del nascituro al protagonista monologhista Marco Bonadei. Lui potrebbe rispondere a quella domanda, Lui potrebbe dire la verità su quanto successo. Una verità che è non solo riferita al contingente ma è una verità, più in generale, sul mondo, sulla sua colpevolezza e ipocrisia. In quest’ottica, il bambino, che non è ancora e che sarà, diventa visione critica sulla realtà, attraverso il caso particolare e concreto di essere spettatore della malvagità di madre e zio. La visione letteraria di McEwan trova la sua trasposizione teatrale in versione off. C’è il microfono, quasi omnipresente simbolo di messinscene avanguardistiche, c’è il nudo in scena e soprattutto c’è il gioco di voci e tonalità di Marco Bonadei che dona al pubblico una recitazione fisica senza sconti. Il gioco di luci e ombre fa il resto, ponendo la scena al servizio del testo. Il finale è l’inizio di un’altra storia. Che si apre con il feto che spinge la testa fuori dal guscio, nel “mondo” e, decide anche lui di diventarne complice e colpevole.
Andrea Pietrantoni