venerdì, 25 aprile, 2025
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NUOVE AVVENTURE DEI MUSICANTI DI BREMA (LE) - regia Alberto Grilli

"Le nuove avventure dei Musicanti di Brema", regia Alberto Grilli. Foto Stefano Tedioli "Le nuove avventure dei Musicanti di Brema", regia Alberto Grilli. Foto Stefano Tedioli

Testi: Gigi Bertoni
Con: Tanja Horstmann, Angela Pezzi, Maria Regosa, Renato Valmori
Regia: Alberto Grilli
Scene e costumi: Maria Donata Papadia, Angela Pezzi, Loretta Ingannato
Direzione musicale: Antonella Talamonti
Foto: Stefano Tedioli
Video: Andrea Pedna
Grafica: Marilena Benini
Una produzione Teatro Due Mondi col sostegno di Regione Emilia Romagna
Teatro Fontana, Milano 30 marzo 2025

www.Sipario.it, 5 aprile 2025

Nel proliferare di concorsi premi bandi per artisti teatrali sotto i 35 anni, che consentono a giovani dotati e motivati di emergere alla superficie delle acque fonde del “sistema” teatrale italiano, e nel parallelo navigare di compagnie entrate stabilmente nella piena istituzionalità, non più corrispondenti soltanto all’area della cosiddetta Prosa, ma che comprendono gran parte del vecchio “Nuovo teatro”, ci si dimentica a volte che l’ecosistema marino che contribuisce con le sue forme di vita e di organizzazione a mantenere fertili le acque di quel bacino tuttavia periferico che è, ci si permetta il gioco, il mare theatrum italiano, contiene al suo interno, più o meno sommerse e comunque facilmente avvistabili, realtà solidissime, che riescono a fare della tradizionale triade dell’antico e mai vetusto teatro di gruppo – produzione-organizzazione-pedagogia – un tripode da cui vaticinare e  concretizzare pratiche altamente etiche e di corrispondente valore estetico, e un tridente capace di tenere in equilibrio dinamico il loro potere di incidenza.

Uno di questi gruppi è senz’altro il Teatro Due Mondi di Faenza. Il teatro di strada o negli spazi aperti è sempre stato una grande palestra, sia per l’attore sia per il regista, chiamati a mantenere coerenza e rigore compositivo a fronte delle incertezze e degli accidenti cui la strada sottopone il progetto artistico, in una dialettica tra arte e comunicazione che non mira alla seduzione facile dello spettatore, ma piuttosto a sottoporlo a piccoli e salutari shock percettivi e culturali. 

Quando poi gli attori formatisi in così vigorosa palestra si trovano ad agire su una scena attrezzata, al chiuso, ecco che le facoltà interpretative, ipersollecitate all’aperto, si riassestano e cominciano a lavorare in maniera più sottile.

Il caso del Teatro Due Mondi, grande esperto di teatro di strada, è esemplare anche per la scelta di temi che non rifiutano il confronto con le questioni etiche e le problematiche socio-politiche contemporanee. Se i progetti europei con i migranti hanno creato nelle piazze grandi eventi con attori immigrati e cittadini (il prossimo sarà a Bergamo il 1° giugno, ospiti di un'altra realtà esemplare, il Teatro Tascabile); se gli spettacoli di sala mettono al centro questioni attuali o di riattivazione della memoria storica (il tema del lavoro o la Resistenza o il ripudio della guerra), il teatro che il gruppo romagnolo riserva alla fascia di pubblico delle famiglie e dei ragazzi non rinuncia a porsi questioni analoghe.

Così questo Musicanti di Brema, malgrado la citazione della celebre fiaba dei Grimm, conserva della stessa soltanto i personaggi, mentre il tema vero è l’incontro che essi fanno con un neonato abbandonato da una distratta cicogna, e del quale si sa solo che bisogna cercare chi lo accoglierà. Tutto lo spettacolo dunque si muove intorno alla ricerca di un indirizzo (Via dell’Ospitalità) e di una madre adottiva (Madama Europa) a cui si vorrebbe destinare il fantolino, e che, con ogni evidenza, non si riescono a trovare. 

Tuttavia lo spettacolo non corre il rischio del didascalismo, perché il gioco è sì scoperto, ma ben giocato. Il compito cui tende l’azione dei personaggi si fa svelare per gradi, emerge attraverso la complessa rete di azioni coreografate, cantate, agite e dialogate dei quattro magnifici attori-cantanti, rivestiti dei loro coloratissimi e fantasiosi costumi di scena.

E’ un’orchestra di corpi in perfetta sintonia quella degli attori diretti dal regista Alberto Grilli, secondo l’idea che un attore è corpo-in-scena, il che comprende voce, dizione, intenzione, canto, in una costellazione ininterrotta di atti fisici.

Non è una modalità recitativa, questa, che si vede molto sui (principali) palcoscenici italiani. Eppure le possibilità insite nella figura dell’“attore eurasiano” (teorizzata da Eugenio Barba) andrebbero pienamente rivalutate. 

Franco Acquaviva

Ultima modifica il Lunedì, 14 Aprile 2025 05:04

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