tratto da Una stagione all'inferno di Rimbaud e dall'opera dei due poeti
elaborazione del testo: Luigi Marangoni e Claudio Pozzani
con Luigi Marangoni
regia: Lazzaro Calcagno
Roma, Teatro Stanze segrete, dal 13 al 16 dicembre 2007
Poesia come ribellione o, se si preferisce, arte come maledizione, come spiega Luigi Marangoni, regista e attore nel monologo The Other Side - Rimbaud & Jim Morrison (tratto da Una stagione all'inferno dello stesso Rimbaud e dall'opera dei due poeti) dove travolge lo spettatore con una cascata di messaggi orali, musicali e corporei. Già presentata dal Teatro il Sipario Strappato al 13° festival internazionale di poesia di Genova, l'opera è stata riproposta a Roma, al teatro Le Stanze Segrete.
Il monologo si snoda nel flusso di due esistenze fuse in un unico fiume narrativo, scorrendo verso una dimensione di purezza non artefatta né contaminata dalla corruzione e dal degrado in cui si precipita l'umanità. Nessuna mediazione, nessun patto coi fardelli autocelebrativi di un sistema cannibale, che nutre il corpo per cibarsi della mente e che fagocita sia la volontà che la capacità di essere ancora umani in un mondo sempre più disumanizzato. In questa barbarie globalizzata di profitti e menzogne, ecco due storie in una, due voci all'unisono che hanno preferito spezzarsi piuttosto che piegarsi al vento della banalità omologante, intenta a spacciare per giuste le più insostenibili ingiustizie. E le verità, recitate da Marangoni, abitano la parola viva del suo clown narrante, però stavolta la gente non ride di lui, né della sua maschera che copre ma non nasconde, anzi, svela: «Anche il più amaro dei poeti vagabondi è un pagliaccio che batte la frontiera».
Appena ventenne, Rimbaud smette improvvisamente di scrivere; dal canto suo Morrison esce dai Doors a 27 anni. Entrambi dunque hanno rifiutato compromessi, scegliendo una ribellione armata d'innocenza, che li ha resi «grandi nella poesia, così come nel silenzio». Ed è proprio alla necessità di questo «silenzio» che bisogna dar voce e Marangoni, a modo suo, lo fa davvero bene.
Marco Cinque