testo e regia di Mirko Di Martino
con Orazio Cerino, Errico Liguori
scene di Giorgia Lauro
aiuto regia Angela Rosa D'Auria
allenamenti presso il Circolo Nautico di Posillipo
a cura dei maestri d'arme Aldo Cuomo e Lorenzo Buonfiglio
duello e coreografie a cura del maestro d'arme Nicola De Matteo
foto Valentina Cosentino
produzione Teatro TRAM e Teatro dell’Osso
Napoli, Teatro Tram 25 ottobre 2020
Due fratelli sono costretti, d’improvviso, a ritrovarsi l’uno di fronte all’altro; dopo lunghi anni di indifferenza, distanze siderali attraversate solo da incomprensioni e non detti.
Aldo e Edoardo, due promesse della scherma: due figli che per qualsiasi padre sarebbero motivo di orgoglio; non per il loro, però, ossessionato da una sete costante di vittoria, dispotico allenatore, guida accecata dall’ambizione nel mondo delle gare sportive.
È questa la storia raccontata in Primo Sangue, testo e regia di Mirko Di Martino: un dramma sulle dinamiche familiari, prima di tutto, ma anche sui valori legati allo sport, come la lealtà e la dedizione; lo spirito di sacrificio, l’accettazione dei propri limiti e il potenziamento delle capacità. Uno spettacolo incredibilmente fisico - anche per questa ragione coinvolgente -, che sottopone il cast a una doppia, faticosa prova (d’altro canto, la immaginiamo come una sfida appassionante, che gli attori Orazio Cerino ed Errico Liguori raccolgono emozionando).
Aldo e Edoardo si incontrano per la prima volta dopo dodici anni, in una circostanza assai triste che sembrano vivere in modo opposto: l’imminente scomparsa del papà, gravemente ammalato. Una perdita che li obbliga ad affrontare le tensioni di una vita, ferite mai cicatrizzate. Aldo, il maggiore, non si rassegna a lasciare andare il genitore, ma soprattutto il motivatore, il faro guida, che ancora una volta lo spronerebbe ad affrontare nuove competizioni nella scherma. Edoardo, invece, da tempo è lontano dall’agonismo: non vuole più saperne di gareggiare, né di perdonare l’uomo che gli ha sottratto l’infanzia prima e l’adolescenza poi, in nome di uno spirito competitivo folle; bastonandolo, punendolo, esigendo sempre di più. Mai pago.
Eccoli i due fratelli, di nuovo l’uno contro l’altro, nella stessa palestra in cui il papà li allenava: Aldo e Edoardo incrociano le spade per disputare la finale mai combattuta e stabilire chi sia il migliore dei due, ma in realtà è contro i fantasmi del passato che lottano, cercando una verità riconciliatrice; ogni colpo o attacco all’avversario è, in fondo, una richiesta di aiuto. Solo parlandosi, i due protagonisti sconfiggeranno i rispettivi demoni.
Primo Sangue è uno spettacolo rigoroso e toccante. Un testo che graffia, rivelando la sua verità: salvarsi, a volte, significa essere più indulgenti con sé stessi. È emozionante vedere gli interpreti dello spettacolo (che si sono sottoposti a veri e propri allenamenti) fronteggiarsi sul palcoscenico, che è la pedana di un incontro di scherma; rapiti come in una danza leggera ed elegante, una coreografia di lotta al primo sangue.
L’ultima replica di Primo Sangue va in scena nell’intima caverna del Teatro Tram – storico spazio off partenopeo – domenica 25 ottobre, il giorno prima che le nuove ordinanze restrittive anti-covid entrino in vigore, decretando (tra l’altro) la chiusura di cinema e teatri. Vanificando tutti gli sforzi compiuti di recente da esercenti e direttori artistici per resistere, garantendo sicurezza al pubblico, oltre che intrattenimento. La sala, nonostante tutto, è piena: un segnale importante.
Giovanni Luca Montanino