venerdì, 25 aprile, 2025
Sei qui: Home / P / PERFETTI SCONOSCIUTI – di Paolo Genovese

PERFETTI SCONOSCIUTI – di Paolo Genovese

"Perfetti sconosciuti", di Paolo Genovese "Perfetti sconosciuti", di Paolo Genovese

uno spettacolo di Paolo Genovese
con (in o.a.) Dino Abbrescia, Emmanuele Aita, Alice Bertini, Marco Bonini, Paolo Calabresi, Anna Ferzetti, Astrid Meloni
scene di Luigi Ferrigno, costumi di Grazia Materia, luci di Fabrizio Lucci
produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo, in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana e Lotus Production
al teatro Ponchielli, Cremona, 18 marzo 2025

www.Sipario.it, 25 marzo 2025

Dal film al palcoscenico e non sentire i nove anni che sono trascorsi dal debutto sul grande schermo di Perfetti sconosciuti a quello in teatro. Ci sono spettacoli che possono risparmiarsi la croce/delizia delle recensioni perché bastano a loro stessi, funzionano e nel loro essere funzionali, forse, non necessitano di analisi, di interpretazione e ancor meno di valutazione, se la critica ha ancora questo ruolo. C’è chi lo mette in dubbio e ne rilegge la funzione come quella di un bugiardino per i farmaci. Sta di fatto che Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese, in scena martedì e ieri sera al Ponchielli, non solo ha fatto il pieno, ma ha dimostrato come il racconto, la narrazione, la trama abbiano il meglio su tutto ed anzi siano il motore primo di ogni emozione. Così la cena di un gruppo d’amici che si riunisce per assistere a un’eclissi di luna e la proposta della padrona di casa Eva (Valeria Solarino), in crisi col marito Rocco (Paolo Calabresi), di mettere sul tavolo i cellulari e leggere a voce alta messaggi e ascoltare le telefonate, mostreranno come nella scatola nera del cellulare ci sia il lato oscuro di ognuno di noi, ci siano le vite nascoste che potrebbero rilevare ciò che siamo realmente. La morale finale è: mai scambiarsi i cellulari. Perché può capitare che si venga a sapere che Peppe (Massimo De Lorenzo) è ‘frocio’. Peccato che per salvare l’amico Lele (un comicissimo Dino Abbrescia) dall’arrivo di una foto hot sull’iphone i due si siano scambiati i device con tutto ciò che ne consegue. Il plot del film come quello dello spettacolo teatrale mostra come quegli amici di una vita serbano segreti indicibili e inconfessabili. Escludono Peppe dal calcetto, ma anche si nascondono vicendevolmente relazioni come quella di Cosimo (Paolo Briguglia) che sposato con Bianca (Alice Bertini), intessa una relazione con Eva e abbia messo incinta la sua collega del radiotaxi. C’è poi l’inquieta Carlotta (Lorenza Indovina), in crisi matrimoniale con Lele che intesse una relazione erotica ma platonica con uno sconosciuto di Facebook. Terminata l’eclissi, termina anche il gioco, e il colpo di teatro (sulla scena come sullo schermo) è apprendere come quel gioco di svelare il nascosto nei cellulari non abbia avuto luogo e dunque tutto possa procedere sotto le apparenze di una correttezza borgese.  Aver visto a distanza di 48 ore il film permette di leggere i due lavori – nella loro indipendenza linguistica – con una certa freschezza e di mostrare che a fronte di una coerenza registica, le temperature offerte dai due mezzi siano differenti. Sul grande schermo la vicenda è comicamente più sottile, più tesa, a tratti drammatica, nella versione dal vivo il cast di attori tutti in parte, nessuno sbracone, ma equilibrati nel loro incastrarsi, si gioca una comicità più calorosa che alleggerisce la situazione, ma senza mai scadere in una farsa o in ritratti macchiettistici. Ciò che diverte è la reazione del pubblico che non si limita a ridere, ma respira, sospira con i colpi di scena, innescati dai messaggini o dalle telefonate. Si è avuta l’impressione che pochi, pochissimi in sala avessero visto il film nove anni fa, o probabilmente che anche chi l’ha visto abbia mantenuto nella memoria quel gioco al massacro che è rivelare agli altri contenuti delle chat e telefonate. Detto questo, Perfetti sconosciuti funziona, si avvale di un cast ben assortito e ben calibrato, svela e racconta tutto, il colpo di scena finale è inquietante ma azzeccato. Per questo spettacoli come Perfetti sconosciuti non necessitano di critica, perché bastano a loro stessi, sono fruibili, digeribili, non hanno bisogno di istruzioni per l’uso o di analisi. L’effetto finale è che si torna a casa pensando se si scambierebbe mai il proprio cellulare con la propria o il proprio partner. Meditate, meditate gente. 

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Giovedì, 27 Marzo 2025 10:05

About Us

Abbiamo sempre scritto di teatro: sulla carta, dal 1946, sul web, dal 1997, con l'unico scopo di fare e dare cultura. Leggi la nostra storia

Get in touch

  • SIPARIO via Garigliano 8, 20159 Milano MI, Italy
  • +39 02 31055088

Questo sito utilizza cookie propri e si riserva di utilizzare anche cookie di terze parti per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle scelte di navigazione. Per maggiori dettagli e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie è possibile consultare la cookie policy. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner si acconsente all'uso dei cookie.

Per saperne di più clicca qui.