di Neil Simon
traduzione Maria Teresa Petruzzi
con Corrado Tedeschi, Debora Caprioglio e con Giulia Galizia, Gianluca Delle Fontane, Andrea Bezzi
scena Andrea Bianchi
costumi Sonia Cammarata
regia Ennio Coltorti
produzione Skyline Production
coproduzione La Contrada
distribuzione Savà Produzioni Creative
Vicenza, teatro Comunale, 8 aprile 2025
Nevrosi e dinamiche coniugali di tipo diverso ma uguale sono al centro di Plaza Suite, di Neil Simon, che il gigantesco autore brillante americano scrisse nel 1968, e qualche anno dopo diventerà anche un fortunato film, dal titolo Appartamento al Plaza. Tre coppie, tre diversi stili di vita ma accomunati dall’ambientazione del grande hotel di lusso newyorchese, il Plaza appunto, iconico modello alberghiero di prestigio noto in tutto il mondo, e a sua volta location di numerose pellicole cinematografiche. La suite dell’ambientazione, una vera alcova della ricchezza, vede nei protagonisti uno spaccato in tre situazioni diverse e uguali tra loro, in questa bella, elegante produzione diretta da Ennio Coltorti, un vero esperto del genere brillante. E per poter andare sul sicuro non possono mancare due mattatori, che infatti ci sono e rendono a dir poco benissimo i loro personaggi e quelle sfumature che un po’ appartengono al genere umano tutto, e sono Debora Caprioglio e Corrado Tedeschi, collaudatissima coppia della scena al loro quinto spettacolo assieme. L’appuntamento è stato l’ultimo della stagione teatrale di Vicenza, e non si poteva chiedere di meglio. L’effetto Simon con due ottimi attori, una regia curata, il tutto in una scenografia luminosa riguardante la celebre suite 719 del grande hotel ha garantito il successo pieno della commedia, senza se e senza ma. Nevrosi e dinamiche coniugali, dunque umane, in cui non è difficile riconoscersi trovando, vedendo alcuni degli aspetti più infimi, qui messi alla berlina comicamente. Tre le coppie rappresentate, ognuna alle prese con i propri problemi di benestanti non esenti dai dispiaceri e da segreti da nascondere. La scrittura di Neil Simon garantisce equilibrio e raffinata brillantezza al testo, dunque ai personaggi stessi, in un meccanismo qui più che mai esemplare. Il rapporto di coppia, sempre delicato, mostra attraverso questi personaggi tutta la fragilità quotidiana che lo investe, dove si tenta inesorabilmente di potersi salvare dalle proprie magagne, ma nemmeno tanto. La comicità, la piacevolezza della commedia comunque è affiancata da quella riflessione che ci si pone per forza di cose, rivedendosi. Tra equivoci, sbadataggini, antichi credi e antiche illusioni demolite una coppia non può che andare incontro al proprio destino, e se va male anche disgregarsi. Lo sa bene la prima donna, che vede il marito sempre più distratto fino a una confessione che svela il misfatto, dove ha vinto la noia e l’ultimo richiamo virile, o quasi, dell’uomo sempre a caccia. Con una rivalsa, però, della stessa moglie. Nel secondo momento è un noto produttore cinematografico dalla capigliatura improbabile e dall’andamento imbolsito a tentare in tutti i modi di concludere, dopo anni e anni, con una ex fidanzata, interessata solo a carpirgli aneddoti sui divi di Hollywood, e non poco riluttante per una nuova avventura-tradimento. L’episodio conclusivo vede invece i genitori di una ragazza che si deve sposare nei momenti prima del momento fatidico, con la giovane che si rinchiude in bagno e non vuole saperne di uscire. I tentativi della coppia di convincerla portano a vivere minuti febbrili, una disfatta che sembra non avere fine, che trova un suo culmine. Nell’elegante e luminosa scena si muovono benissimo Debora Caprioglio, sempre più brava e sempre più dentro i personaggi, dalla voce squillante e generosa, dalla verve ironica misurata e d’effetto, e Corrado Tedeschi, così sornione, talvolta sbigottito o cinico, anch’egli perfetto e a proprio agio nei suoi personaggi. Due interpretazioni che conquistano il pubblico, coadiuvati dai colleghi camerieri, figlie e novelli sposi Giulia Galizia, Gianluca Delle Fontane e Andrea Bezzi. Molte risate che non nascondono del tutto le amarezze portate dai personaggi, frutto dei problemi personali e, appunto, di coppia. Come si fosse davanti uno specchio. Il teatro in fondo è questo, svela e racconta sempre chi siamo. Francesco Bettin