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PORNOGRAFIA - regia Luca Ronconi

"Pornografia" - regia Luca Ronconi "Pornografia" - regia Luca Ronconi

di Witold Gombrowicz
regia Luca Ronconi
traduzione Vera Verdiani
con Riccardo Bini e Paolo Pierobon e con (in ordine alfabetico) Ivan Alovisio, Loris Fabiani,
Davide Fumagalli, Lucia Marinsalta, Michele Nani Franca Penone, Valentina Picello, Francesco Rossini
coproduzione Piccolo Teatro di Milano-Teatro d'Europa, Centro Teatrale Santacristina,
in collaborazione con Spoleto56 Festival dei 2Mondi,
al Piccolo Teatro Grassi, Milano, 24 marzo 2014

www.Sipario.it, 4 aprile 2014

«L'azione di Pornografia è la seguente: due signori di una certa età incontrano una coppia di adolescenti che sembrano violentemente attratti da un sex-appeal reciproco. I giovani però l'aria di accorgersene, il che esaspera i due signori, che vorrebbero veder realizzata tutta quella bellezza, veder esplodere quella giovane poesia. Essi cercano quindi di svegliare il ragazzo e la ragazza, di indurli ad amarsi e di buttarsi l'una nelle braccia dell'altro. A poco a poco i due signori, affascinati dalla bellezza giovane, si innamorano della coppia. Vogliono a tutti i costi penetrare dentro quel fascino, legarsi ai giovani... e scoprono che un delitto, un peccato commesso insieme a loro, può farli intrufolare in quella intimità altrimenti impenetrabile. Organizzano un assassino in comune». Questa la sintesi della vicenda di Pornografia, attraverso le parole del suo autore Witold Gombrowicz e questo è quanto basta per capire cosa succede in scena, almeno dal punto di vista narrativo. Altra cosa – e assai più interessante – è la forma e il linguaggio che sono sostanza non solo nel lavoro di Gombrowicz, ma soprattutto nella trasposizione teatrale realizzata da Luca Ronconi. Lo spazio è uno spazio astratto, grigio antracite, uno spazio mentale in cui i due protagonisti Witold (Riccardo Bini) e Federico (Paolo Pierobon) costruiscono non solo la loro relazione (omo-sessuale?) ma anche il loro sguardo sulla relazione indotta che vorrebbero legasse i due giovani Carlo (Loris Fabiano) ed Enrichetta (Lucia Marinsalta). La maturità anagrafica si scontra con un'immaturità della pulsione sessuale e del desiderio a possedere che i due adulti individuano nella coppia di adolescenti, sostituendo la realtà con la loro immaginazione, con la loro fame di giovane e inebriante sessualità. Pornografia – termine composto da 'prostituta' e 'grafia' etimologicamente – è infatti il racconto di uno sguardo affamato, è il confronto fra vecchiaia e giovinezza, è pulsione immaginativa, è rappresentazione di realtà che si fa vita reale, in cui il corpo è bastante a se stesso, lo spiarlo, il volerlo godere nell'atto sessuale sono segno di un desiderio di appagamento che proprio perché desiderio non trova mai soddisfazione e nella gestione di quei corpi va sempre oltre, cerca il limite fino alla distruzione. Luca Ronconi usa il romanzo di Gombrowicz con grande efficacia, affida agli attori non solo il punto di vista dei singoli, ma anche lo sguardo esterno del narratore, in particolar modo nel caso di Witold, in cui ovviamente lo scrittore si rispecchia, mentre a Federico spetta quello di regista interno. E' lui che in un punto di svolta del romanzo indurrà i due giovani a mettere la 'loro' relazione sessuale, costruendo una scena che Ronconi ruba dall'iconografia di Bathus. Il rispecchiamento, o meglio di desiderio di poter rispecchiare in altri le proprie passioni e pulsioni magari avvizzite o semplicemente trattenute è il gioco sotteso di voyeurismo e violenza messo in atto dai due uomini anziani che scelgono come vittime la coppia di adolescenti, fino al punto – paradossale? – di indurli a compiere un omicidio più o meno politico, un omicidio nato dal potere del più forte sul più debole, degli adulti sui giovani. La realtà modificata dall'invidia per quella giovinezza pulsionale perduta, oppure mai colta appieno porta a trascendere le regole e i limiti, l'aridità dei vecchi rende inaccettabile l'estraneità sessuale fra i due giovani. Ciò che accade in Pornografia è un gioco al massacro, è la messa alla prova della volontà, è il sopraffare della vecchiaia sulla gioventù, è il corpo come campo di potere, come oggetto su cui esercitare sopraffazione e appagare lo sguardo. In tutto ciò i registi/carnefici sono Witold – un Riccardo Bini somigliante a Ronconi, in un duplice rispecchiamento: l'autore si specchia nel personaggio e il regista nel suo attore – e Federico, interpretato da un incredibile, intenso, allucinato e spietato Paolo Pierobon che mostra tutta la sua straordinaria maturità di interprete, sovrasta tutto e tutti e rende degno di nota lo spettacolo intero. La prima parte di Pornografia è un piacere di allusioni, di crudeltà, di linguaggio che si fa realtà, immaginata e agita. Di straziante crudeltà la morte e il delirio di Maria, la madre di Venceslao fidanzato di Enrichetta, interpretata da un'urtante quanto dolente e delirante Franca Penone in cui si fanno palesi i rimandi balthusiani, in un delirio di passione e sacralità di grande poesia ed efficacia. L'allestimento di Luca Ronconi è elegante, un'operazione drammaturgica intelligente. I punti di vista del narrare sono forma e contenuto al tempo stesso di uno spettacolo che conferma come la realtà sia sempre e comunque rappresentazione fallace, più o meno artificiosamente costruita. Pornografia perde di mordente quando la vicenda come susseguirsi di fatti prende il sopravvento sul come accadono le cose, quando il racconto si fa fine a se stesso. Ma alla fin fine Pornografia di Ronconi merita di essere apprezzato per la bellezza del linguaggio di Gombrowicz e per l'eccelsa bravura di Paolo Pierobon.

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Venerdì, 04 Aprile 2014 14:13

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