AMAranta Indoors | A.M.A. Factory!
di e con Christian di Filippo
luci Adriano Antonucci
suoni e musiche Elio D’alessandro
aiuto regia Viola Carinci
assistente alla regia Celeste Tartaglia
foto locandina Vincenzo Parlati
foto di scena Giulio Maria Cavallini
Spettacolo vincitore della ventitreesima edizione del Palio poetico musicale teatrale Ermo Colle
Torino Fringe Festival 2025 27 maggio - 1 giugno 2025
Polo Lombroso 16
Una Renault Diana Gialla, parcheggiata immobile nello spiazzo tra condomini anonimi di una città imprecisata (che, dalle indicazioni stradali potrebbe essere Grugliasco, in Piemonte, ma who knows?) è una dimensione fuori dal tempo e da tutto: come un’intercapedine, una sacca, un mono mondo di cui appena il sole si ricorda, illuminandolo in certe ore del giorno. “La finestra sul cortile” (per citare qualcuno), il nascondiglio da cui osservare una porzione di umanità intorno, nutrendosi delle altrui abitudini e manie; ma anche la placenta in cui un uomo solo può trovare rifugio. La solitudine dell’individuo è centrale nel monologo Quell’attimo di beatitudine, in scena al Polo Lombroso 16 nell’ambito del Torino Fringe Festival 2025. Christian di Filippo (autore e protagonista) porta in scena le nevrosi dell’uomo contemporaneo, ma soprattutto la marginalizzazione che l’attuale sistema economico-sociale può generare in chi non ha abbastanza risorse per sopravvivere nella giungla metropolitana. Ci si isola e ci si abbrutisce, perché non si gode di una posizione affermata: non si hanno argomenti, perché banalmente non si hanno soldi; e, se non arrivi alla fine del mese, fai fatica a tessere e mantenere una rete di relazioni. Allora, ti alieni perché sei socialmente inutile: e non passa molta differenza tra la signora che guarda in poltrona lo show dei pacchi su Rai1 e te che lo segui (dall’abitacolo di una Renault Diana gialla), ogni sera. Basta beccare il pacco giusto e la vita ti cambia all’improvviso. La svolta insperata e inattesa attende anche N., protagonista di Quell’attimo di beatitudine, che non partecipa a un gioco televisivo, ma finisce in galera per omicidio doloso: i condomini del palazzo si accorgono della sua presenza abusiva e parassitaria, minacciano di mandarlo via e lui, a modo suo, reagisce. La condanna è inevitabile, ma – una volta in cella – N. scopre (con l’aiuto di un compagno galeotto) di avere delle “virtù”, delle qualità e delle “visioni” straordinarie di cui tutti necessitano disperatamente. Diventa una specie di guru del penitenziario e, addirittura (diffusa mediaticamente la notizia), viene invitato ad apparire in uno show televisivo alla presenza del Santo Padre. Per la prima volta nella vita, la gente non solo si accorge, ma ha bisogno di N., perché ne riconosce il talento, l’ispirazione, il carisma. Roba da matti! Christian di Filippo è un monologhista e stand-up comedian bravo e disarmante: le lettere di lamentele (mai spedite) che il suo personaggio N. scrive denunciando abusi e disagi (specie tra i nemici immaginari che circondano il suo isolamento) rappresentano uno spaccato formidabile di psicosi comuni. Il taccuino che porta con sé in scena è un canovaccio da cui trarre un bestiario che si preannuncia campione di vendite. La pericolosa alienazione che la società contemporanea genera in chi non produce, non guadagna e non spende abbastanza; la disperata attesa di un colpo di fortuna che cambi una vita micragnosa in brillante: ecco i veri protagonisti di Quell’attimo di beatitudine, da non perdere. Giovanni Luca Montanino