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RELAZIONI PERICOLOSE (LE) - regia Carmelo Rifici

"Le relazioni pericolose", regia Carmelo Rifici "Le relazioni pericolose", regia Carmelo Rifici

ispirato da Antonin Artaud, Teresa d’Avila, Elias Canetti, Carl von Clausewitz, Fëdor Dostoevskij, René Girard, Christopher Hampton, Hugo Von Hofmannsthal, John Keats, Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos, Friedrich Nietzsche, Pier Paolo Pasolini, Donatien-Alphonse-François de Sade, Simone Weil, Stefan Zweig e dal Cantico dei Cantici
drammaturgia Carmelo Rifici, Livia Rossi
con Flavio Capuzzo Dolcetta, Federica Furlani, Elena Ghiaurov, Monica Piseddu, Edoardo Ribatto, Livia Rossi
regia Carmelo Rifici
disegno sonoro Federica Furlani
impianto scenico Carmelo Rifici, Pierfranco Sofia
disegno luci Giulia Pastore
progetto visivo Daniele Spanò
costumi Margherita Platé
drammaturgia del corpo Alessandro Sciarroni
LAC Lugano Arte e Cultura
Torino, Teatro Gobetti dal 7 al 12 marzo 2023

www.Sipario.it, 16 marzo 2023

Considerato uno dei capolavori assoluti della letteratura francese, vero e proprio trionfo del genere epistolare, Le relazioni Pericolose di Choderlos de Laclos rappresenta un affresco bruciante del libertinaggio tipico della nobiltà francese nel diciottesimo secolo: una trama fitta di passioni violente e inconfessabili, ma soprattutto di intrighi, tresche, inganni; un intreccio che si erge come un monumento sublime sul desiderio egoista e feroce di trasgressione e anche sulla malvagità umana, che attraverso i secoli non perde né veemenza, né attualità. Lo attestano le numerose trasposizioni cinematografiche susseguitesi nel tempo e gli allestimenti teatrali, tra cui quest'ultimo, per la regia di Carmelo Rifici, in scena al Teatro Gobetti di Torino. 
La messinscena, che vede protagonisti i bravissimi Flavio Capuzzo Dolcetta, Federica Furlani, Elena Ghiaurov, Monica Piseddu, Edoardo Ribatto, Livia Rossi è il risultato di un percorso di ricerca da parte dell'autore che attraversa vari capisaldi: da Artaud a Pasolini, da Nietzsche a Weil, Canetti e Dostojevskij. La riscrittura dello stesso Rifici e della drammaturga Livia Rossi prende le mosse dalla violenza delle lettere - pericolose come bombe a orologeria - e le affila come armi taglienti servendosi delle idee di autori e filosofi a lungo analizzati. In palcoscenico, Le relazioni pericolose diventano una tenzone, uno scontro spietato e senza esclusione di colpi, un combattimento tra anime in pena accecate dall'amore e arse dal desiderio. Non esistono più empatia ed emotività: qualunque sentimento umano, come la pietà e l'onestà, viene spazzato via dalla furia successiva al fallimento; la sconfitta subita da chi si illudeva di dominare gli istinti. 
La trama dell'opera è ben nota: il visconte di Valmont, cinico seduttore, si determina a conquistare la morigerata Madame de Tourvel e confida il suo progetto alla marchesa de Merteuil, sua ex amante e sfrenata libertina. Sarà lei a guidare a distanza le avventure di Valmont, a manovrarlo come un burattino, imponendogli di rispettare il codice libertino. Su questa scia, la perfida marchesa consiglia al complice (nonché vittima) di sedurre la timida Cécile de Volanges, per vendicarsi dell'uomo cui la giovane e casta fanciulla è promessa. La trama prosegue come un viaggio in discesa nelle oscurità della natura umana, fino agli abissi più reconditi e spaventosi: non vi saranno redenzione né salvezza per alcuno tra i personaggi. 
Lo spettacolo di Rifici lascia che le lettere scandiscano i momenti dell'atroce storia, esattamente come avviene nel romanzo: toccanti i monologhi degli attori, ma anche gli scambi a due, in un crescendo di pathos e coinvolgimento; la scenografia è essenziale, domina uno sfondo cupo su cui i protagonisti stessi (splendidi in una notevolissima prova vocale e fisica) proiettano immagini simboliche, eteree, contraltare della degenerazione e della degradazione progressiva dell’anima.

Giovanni Luca Montanino

Ultima modifica il Giovedì, 16 Marzo 2023 10:52

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