venerdì, 23 maggio, 2025
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RIBELLI DELLA MONTAGNA (I) - regia Marco Alotto

“I Ribelli della Montagna ”, regia Marco Alotto. Foto Pietro Pellegrino “I Ribelli della Montagna ”, regia Marco Alotto. Foto Pietro Pellegrino

 A cura di Itaca Teatro
Regia e testo: Marco Alotto
Con: Caterina De Lucia, Marianna Chilà, Mattia Ricciardelli, Luca Garnero, Paolo Mazzà
Polo Culturale Lombroso16 | Via Cesare Lombroso 16, Torino 26 aprile 2025

www.Sipario.it, 29 aprile 2025

Quattro ragazzi ripercorrono l’epopea della guerra mondiale, della Resistenza, della Liberazione: quattro protagonisti, senza risparmiarsi e attivando una partecipazione su più livelli, accompagnano il pubblico in un viaggio (musicale e non solo); dalla giovinezza inconsapevole, che ingenua si affaccia su un domani incerto danzando in equilibrio, al violento approdo all’età adulta, fino all’impegno, alla scelta coraggiosa di essere in prima linea. 

Ecco I Ribelli della Montagna, di Itaca Teatro, andato in scena al polo Lombroso 16 di Torino lo scorso 26 aprile. Un canto corale di coraggio e memoria, uno spettacolo intenso: intendendo che i protagonisti si esprimono nei linguaggi molteplici del canto, della danza, della corporalità e, certo, della parola, offrendo un affresco dalle tinte vivide. Coinvolgente. Umanità, paura, speranza, sacrificio e indomito desiderio di libertà: il pubblico è come avvolto in un’onda di emozioni che ciclicamente iniziano e si concludono nell’istantanea di un incontro sognante e romantico; come dire, i ragazzi che attraversano la guerra restano pur sempre dei ragazzi.

La scena è essenziale e, di volta in volta, si costruisce nei gesti, nei movimenti, nelle note intonate dagli attori (canti tipici dell’epoca, per lo più, che danno storicità al racconto): il focolare intorno a cui le famiglie spaventate si ritrovano, un villaggio occupato, un sentiero impervio. Caterina De Lucia, Marianna Chilà, Mattia Ricciardelli, Luca Garnero e Paolo Mazzà impersonano una pluralità di personaggi: non eroi in senso romanzesco, ma donne e uomini strappati alla quotidianità, animati da un coraggio semplice e tenace.

La drammaturgia, asciutta e incisiva, intreccia testimonianze reali con elementi di finzione, creando un racconto polifonico: non mancano gli spazi aerei e di leggerezza, in cui si sorride o ci si intenerisce; ma, naturalmente, si intende restituire la complessità di un periodo storico lacerato dal terrore, dalle atrocità. Attraverso agili cambiamenti di tono, in alcuni passaggi la tensione si fa palpabile: non vengono edulcorate le difficoltà, le perdite, le scelte dolorose; proprio allora emerge, senza inutili strombazzate, la dignità di chi ha lottato per un ideale.

Lo spettacolo è una trama fitta di micro storie, che si incontrano in un unico canto di Resistenza: il tono non è mai retorico (il che è un pregio), ma prevale un’atmosfera di autenticità. L’obiettivo sembra proprio rendere la straordinarietà dell’esperienza di lotta (passando attraverso la guerra mondiale, la miseria e la clandestinità) riferendo emozioni intime. 

Non un testo epico, ma il racconto (in fondo, gioioso) di un’unione di intenti, di vicinanza estrema e di solidarietà. La regia di Marco Alotto rifugge la retorica celebrativa (evviva!), preferendo un approccio sobrio. Unica concessione: una chitarra elettrica in scena, a sottolineare la grinta e l’energia di una narrazione giovane, protesa in avanti. I ribelli della montagna non è solo uno spettacolo sulla Resistenza, ma una riflessione universale sul valore della libertà, sul coraggio delle proprie convinzioni e sull’importanza della memoria collettiva. 

Giovanni Luca Montanino

Ultima modifica il Martedì, 06 Maggio 2025 07:32

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