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ROCCU 'U STORTU - regia Fulvio Cauteruccio

Roccu 'u stortu Roccu 'u stortu Regia Fulvio Cauteruccio

Roccu 'u stortu
scritto da Francesco Suriano, interpretato e diretto da Fulvio Cauteruccio con le originali musiche di scena del Parto delle nuvole pesanti. Prodotto dalla Compagnia Krypton di Scandicci (Firenze)
Reggio Calabria, SpazioTeatro, 9-10 marzo 2013
Cosenza, Teatro Morelli 5 aprile 2013

www.Sipario.it, 8 aprile 2013

Dagli ulivi agli orrori della guerra

Ritorna dopo oltre dieci anni "Roccu u stortu" di Fulvio Cauteruccio, in scena a SpazioTeatro
L'attore: «Abbiamo sdoganato il dialetto calabrese fuori dalla nostra regione»

Braccia strappate all'agricoltura per mandarle in guerra. Sono quelle di Rocco Sprizzi, umile bracciante contadino calabrese, meglio noto nel suo paese come "Roccu u Stortu", che si convince a partire per il fronte della Prima guerra mondiale con la promessa e la speranza di avere un pezzo di terra tutto suo una volta ritornato a casa. "Roccu u stortu", spettacolo prodotto dalla Compagnia Krypton, sceneggiato da Francesco Suriano, interpretato e diretto da Fulvio Cauteruccio e con le musiche del Parto delle nuvole pesanti, ritorna finalmente in scena dopo oltre 10 anni e, dopo aver calcato i palcoscenici di mezza Italia, sbarca anche a Reggio Calabria, grazie a SpazioTeatro che ha ospitato la pièce nelle settimane passate e nella sua Cosenza nello scorso week end presso il Teatro Morelli. Ma stavolta Roccu si ritrova a fare un monologo vero e proprio perché manca la musica dal vivo del Parto. Un'assenza che si sente poco, grazie alla superlativa interpretazione di Cauteruccio, alla prima prova con un monologo. «Ho deciso di rifarlo perché volevo rimettermi in gioco e riprendere l'arte dell'attore - spiega Cauteruccio - e poi anche perché in molti mi chiedevano di rispolverarlo». Roccu accoglie in sala, da buon calabrese, il pubblico. In canottiera e mutandoni consumati scherza, sfotte e ride con gli spettatori e poi comincia il triste racconto della sua drammatica esperienza nel 142º reggimento fanteria, 6ª compagnia della Brigata Catanzaro, spedita sulle Alpi a combattere contro gli austriaci. E il passaggio dalle risate al dolore è brusco. La sua storia è una continua lotta per la sopravvivenza. «Ma che vita è questa? - si chiede Rocco - O è soltanto dolore. O il dolore è proprio la vita». Roccu vede i suoi compagni cadere uno dopo l'altro. E' rassegnato al suo destino e attacca l'ordine militare in guerra e il governo dei Savoia, colpevoli di averli abbandonati al loro destino. Uno Stato che i calabresi percepivano solo come istituzione militare, perché assente in qualità di organo amministrativo.
Roccu racconta, s'incazza, piange, e lo fa in un rigoroso dialetto calabrese che ha conquistato le attenzioni del pubblico nazionale. «Noi siamo quelli che abbiamo portato in Italia per la prima volta il calabrese in teatri importanti - commenta l'attore/regista - Siamo riusciti a sdoganare il teatro in calabrese fuori dalla regione. Il teatro come al solito compie un grande miracolo restituendo dignità ai dialetti e conservandoli. Sono pagine scritte che magari tra molti anni qualcuno rispolvererà. Prima quasi mi vergognavo a parlare in calabrese ma questo è dovuto a un retaggio post borbonico. Noi siamo sempre stati quelli "sbagliati", da conquistare. Invece c'è stata una rinascita culturale importantissima».
Roccu rappresenta quella Calabria depauperata dal Risorgimento. Una Calabria fatta da gente povera che ha visto nella guerra il miraggio per la rinascita. Almeno di quella individuale. L'irrazionale ricerca di un sogno che ti costringe ad aprire gli occhi di fronte alla brutalità dei combattimenti corpo a corpo a colpi di baionetta nelle trincee in alta quota delle Alpi.
Finisce il racconto e lo scemo del paese ritorna nei suoi panni. Chiude il cerchio su una vita vissuta ai margini, ma comunque vissuta nelle bellezze della Calabria, in mezzo ai suoi mari e ai suoi monti. Come scrisse Franco Costabile, gran poeta calabrese del '900, «Meglio una vita ad allevare porci».

Enrico De Grazia

Ultima modifica il Lunedì, 23 Settembre 2013 13:30

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