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SISTEMA RIBADIER (IL) - regia Antonio Lo Presti

Antonio Lo Presti e Marialaura Ardizzone in "Il sistema Ribadier" regia Antonio Lo Presti Antonio Lo Presti e Marialaura Ardizzone in "Il sistema Ribadier" regia Antonio Lo Presti

dal testo di Georges Feydeau e Maurice Hennequin
adattamento e regia di Antonio Lo Presti in un unico atto
con Marialaura Ardizzone, Livio Bisignano, Giuseppe Capodicasa,
Antonio Lo Presti, Marco Mondì e Claudia Zappia

nella Sala Laudamo di Messina dal 2 al 7 maggio 2017

www.Sipario.it, 5 maggio 2017

Con Il Sistema Ribadier (1892) vaudeville di Feydeau scritto in collaborazione con Hennequin, si inaugura la serie dei congegni parapsicologici, presenti pure nell'atto unico Dormite, io lo voglio (1897), incentrati sull'ipnosi e sull'imposizione delle mani, mentre in altri lavori come L'hotel del libero scambio e la Dama di Chez Maxim pullulano fantasmi e c'è una "poltrona estatica" che ipnotizza sino a nuovo ordine chiunque si sieda sopra. Altre macchinerie come i campanelli nascosti nel letto de Il tacchino, l'armadio truccato in La duchessa delle Folies_Bergère e il letto girevole in La Pulce all'orecchio, allungano la lista dei trucchi e dei trabocchetti inventati dal geniale Feydeau, che con gli equivoci e gli scambi di persona e di luogo contraddistinguono in maniera inequivocabile il suo Teatro in cui si ride e ci si diverte e in grado d'incollare lo spettatore il più possibile alla poltrona. Nel mettere in scena adesso Il Sistema Ribadier nella Sala Laudamo di Messina c'ha pensato Antonio Lo Presti che con eleganza e un piglio di tombeur de femme veste il diabolico personaggio, il quale ha escogitato per i suoi incontri extra coniugali un "sistema" infallibile, ovvero quello d'ipnotizzare la propria moglie e correre di filato dalle sue amanti. Lo stratagemma certamente è ingegnoso, ma male gliene incoglie quando Ribadier confida il suo segreto all'amico Thommereux (quello che Giuseppe Capodicasa dai baffetti alla Salvador Dalì, con frac tuba e bastone, veste con dinoccolata eleganza) perché questo cicisbeo faceva la corte a Madame Angele (una brava e sicura MariaLaura Ardizzone ) al tempo in cui era sposata col suo primo marito Robineau, anche lui nient'affatto uno stinco di santo, e la continua a fare anche adesso che è sposata con Ribadier. Tant'è che appena costui corre dalla sua amante, Thommereux come un basilisco s'avvicina a sua moglie che lo respinge sempre con sdegno, rischiando di farsi pizzicare dallo stesso amico quella volta che giunge in casa con il signor Savinet, un commerciante di vini ben caratterizzato grottescamente da Marco Mondì. Madame Angela non è poi tanto stupida perché fingendo d'essere addormentata scopre la condotta del marito. Seguono litigi, giustificazioni poco convincenti e un nuova ipnosi che Ribadier coglie al volo per recarsi dalla sua amante e far si che la moglie si risvegli mentre lui nel salottino gioca a carte con l'amico Thommereux. Angèle ingannata dalla calma del marito gli crede ancora una volta, ma quando Savinet sopraggiunge per supplicare Ribadier di risvegliare sua moglie Thérèse, che egli ha involontariamente addormentato in una dimora per niente graziosa, Angèle capisce l'imbroglio e Ribadier non sa più come giustificarsi. Chiaramente alla fine tutto si risolve nel migliore dei modi anche per far contento il pubblico della Belle Epoque e quello attuale. Savinet si rassegna senza difficoltà all'increscioso episodio riuscendo pure a fare un congruo ordine di vini per Ribadier, Angèle perdona il marito, che promette di non ricorrere più al suo sistema, quanto a Thommereux se ne tornerà al suo paesino. Nello spettacolo spicca la presenza di Claudia Zappia nel ruolo della cameriera Sofia, sbucata fuori quasi da una puntata della Famiglia Addams che s'involerà alla fine col suo ganzo Gusman, autista di professione quello vestito da Livio Bisignano che è solito entrare in scena attraverso una finestra con baldacchino.

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Venerdì, 05 Maggio 2017 20:19

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