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SPIRITILLI - di e con Enzo Moscato

Enzo Moscato in "Spiritilli" Enzo Moscato in "Spiritilli"

Enzo Moscato
testo di Enzo Moscato
Teatro Avanposto Numero Zero Napoli 1 dicembre 2018

www.Sipario.it, 5 dicembre 2018

Enzo Moscato fa aleggiare gli "Spiritilli" al teatro Avanposto

Enzo Moscato ha riportato a teatro un lavoro che ha più di trent'anni ma che regala ancora oggi emozioni e partecipazione del pubblico. Si tratta di "Spiritilli" che ha inaugurato la stagione teatrale del teatro Avanposto Numero Zero di Napoli, diretto da Egidio Carbone Lucifero, ed ha offerto una serata di sospensione dalla realtà, di quelle sensazioni che si provano quando si ascoltano i racconti attorno al fuoco in una dimensione fatta di immaginazione e grande trasporto. Sul palco l'attore si muove con grande maestria, accompagna la lettura con un gioco di luci ed ombre ed anche di frasi accennate e non dette ed una gestualità che racconta quasi meglio della parola! Moscato narra di una vicenda che si è svolta, tanti anni or sono, A Napoli al vicolo della Concordia 37, strada dei Quartieri Spagnoli ubicata sotto al corso Vittorio Emanuele, in un rituale che vuole attraverso il racconto orale e poi scritto mantenere intatti alcuni avvenimenti che venivano riferiti e vagavano nei quartieri ad inizio del '900 a Napoli. Protagonisti sono gli "spiritilli" per l'appunto ovvero fantasmi che vagano nelle case come il famoso "Munaciello". Lo spettacolo si apre con una lettura tratta da "Il corpo Celeste" di Anna Maria Ortese dalla quale Moscato prende in prestito il termine "Ritornanti" ovvero coloro che sono trapassati ma ritornano sotto forma di spirito o qualcosa di similare. Un palazzo dunque che si trova in quella zona ha un appartamento in affitto, una famiglia composta da padre, madre e figlioletta neonata la prende con grande stupore del prezzo: davvero irrisorio rispetto alla grandezza dell'immobile; ma ecco che durante la notte si manifesta un'entità che prima li spaventa nascondendo la bimba in fasce della coppia, poi li avverte di scappare giusto in tempo prima di un rovinoso crollo che distrugge l'intero fabbricato e da quel giorno, in quella strada, la numerazione si interrompe quando arriva al numero 37, per poi riprendere dal numero 38 in poi, perché lì non è più stato costruito nulla. Il drammaturgo dopo la lettura si è intrattenuto col pubblico spiegando che quanto narrato è un evento che lo riguarda infatti è stata sua madre a raccontargli questo episodio che le accadde quando era ancora in fasce. Una tradizione quelle dei morti che a Napoli è molto sentita e venerata un modo per entrare nella dimensione di chi non c'è più e forse la speranza che in fondo è solo il corpo ad essere trapassato ma la linfa dei congiunti aliti ancora intorno!

Simona Buonaura

Ultima modifica il Giovedì, 06 Dicembre 2018 22:41

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