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SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE – regia Andrea Chiodi

"Sogno di una notte di mezza estate", regia Andrea Chiodi "Sogno di una notte di mezza estate", regia Andrea Chiodi

di William Shakespeare
regia di Andrea Chiodi
traduzione e drammaturgia di Angela Demattè
con Beatrice Verzotti, Emilia Tiburzi, Igor Horvat, Anahì Traversi, Alberto Marcello, Sebastian Luque Herrera, Caterina Filogano, Giulia Heathfield Di Renzi, Jonathan Lazzini, Giuseppe Aceto, Alberto Pirazzini, Marco Mavaracchio, Cristiano Moioli e Alfonso De Vreese
scene di Guido Buganza
costumi di Ilaria Ariemme
musiche di Zeno Gabaglio
disegno luci di Pierfranco Sofia
coaching Tindaro Granata
produzione Lac, Ctb, Centro d’arte contemporanea Teatro Carcano, Teatro Stabile di Verona
al teatro Ponchielli, 10 dicembre 2022

www.Sipario.it, 11 dicembre

C’è nel «Sogno di una notte di mezza estate» di Shakespeare/Chiodi il buio dell’infanzia che si accende di lampi di poesia, in un parco giochi abbandonato e sospeso nella semioscurità, ben disegnato e realizzato dallo scenografo Guido Buganza. Il Sogno di Andrea Chiodi, prodotto dal Lac di Lugano in collaborazione col Carcano e il Ctb di Brescia, è un bel lavoro, fresco, elegante, essenziale, ma soprattutto capace di avere ritmo e di essere credibile nel suo svolgersi e raccontarsi, grazie ad un affiatato gruppo di attori con l’energia e la voglia giusta di essere credibili e veri. Il pubblico assistendo al Sogno ride, partecipa, gioisce e soffre dei litigi notturni di amanti mondani e di spiriti capricciosi, nel segno di una favola per cui il «Giro, giro tondo» della filastrocca finisce con essere l’eterno divenire delle stagioni e dell’amore con i suoi alti e bassi. La drammaturgia di Angela Dematté si affida a una rima tanto delicata, quanto necessaria, sa ben sposarsi alla regia di Chiodi che al testo — asciugato, ma non stravolto — fornisce un ritmo giocoso e a tratti acrobatico. Puk (Beatrice Verzotti) assomiglia a una sorta di governante cui si deve forse il racconto di quella notte favolosa, per affidare al sonno una piccola e agile principessa in camicia da notte bianca (Emilia Tiburzi). E se i ruoli dei duchi di Atene e di Oberon e Titania sono affidati a Igor Horvat e Anahì Traversi, il resto del cast è formato dagli allievi cresciuti alla scuola del Piccolo Teatro che offrono alla pièce la loro giovanile energia. I litigi e battibecchi dei quattro amanti, interpretati da Alberto Marcello (Lisandro), Sebastian Luque Herrera (Demetrio), Caterina Filogano (Ermia) e Giulia Heathfield Di Renzi (Elena), si trasformano in una ritmata danza di corpi e parole, fra gelosie e passioni non corrisposte, dissidi destinati a chiudersi in un duplice matrimonio finale che chiude in un cerchio il divenire dell’esistenza. È bello percepire in sala la partecipazione dei tanti ragazzi, c’è una sorta di coinvolgimento e — come raramente accade — le parole che i quattro innamorati si scambiano e si lanciano fra insulti e deliqui amorosi, pur nel loro respiro poetico, hanno nella prova degli attori una loro credibilità, una loro verità che si riflette nella partecipazione dei giovani spettatori. E ciò — si crede — sia la cartina di tornasole del felice esito di uno spettacolo che dal debutto a cui si è assistito nel settembre 2021 a Lugano è cresciuto senza aver perso in rigore e precisione. Divertenti, leggerissimi i comici artigiani di Jonathan Lazzini, Giuseppe Aceto, Alberto Pirazzini, Marco Mavaracchio, Cristiano Moioli e Alfonso De Vreese che mostrano di godersela un sacco e di saper conquistare e tirar dentro lo spettacolo il pubblico. Andrea Chiodi con questo Sogno di una notte di mezza estate si conferma un regista raffinato e accurato, in grado di restituire un classico con rispettoso sguardo contemporaneo, ma soprattutto di firmare un teatro di tradizione e di rappresentazione per nulla polveroso, di buon gusto, elegante, senza eccessi e con la delicatezza di chi sa mettersi al servizio del testo, degli attori e del pubblico. Qualità non da sottolineare per un teatro che voglia riconquistare credibilità e sapienza. Applausi, calorosi applausi.

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Mercoledì, 14 Dicembre 2022 23:06

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