liberamente tratto dal romanzo di Alexandre Dumas figlio
drammaturgia e regia Giovanni Ortoleva
Dramarurg Federico Bellini
Scene Federico Biancalani
Costumi Daniela De Blasio
Musica Pietro Guarracino
movimenti di scena Anna Manella
disegno luci Davide Bellavia
aiuto regia Marco Santi
Con Gabriele Benedetti, Anna Manella, Alberto Marcello, Nika Perrone, Vito Vicino
realizzazione scene Federico Biancalani, Nadia Baldi
realizzazione costumi Daniela De Blasio, Rocio Orihuela Perea, Viviana Bartolini
luci in tournée Alice Mollica
fonico in tournée Emanuele Morena
Produzione Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse, Elsinor – Centro di Produzione Teatrale, TPE – Teatro Piemonte Europa, Arca Azzurra Associazione Culturale
spettacolo selezionato da Next – Laboratorio delle Idee per la produzione e programmazione dello spettacolo lombardo
distribuzione Gianluca Balestra / Elsinor
Teatro Astra (Torino) 17 – 22 dicembre 2024
Dimenticate Rossella Falk nella trasposizione televisiva degli anni Sessanta: iconica incarnazione del personaggio letterario, tanto da popolare un immaginario collettivo. Scordate per un attimo la leggiadria, la bellezza impalpabile e inafferrabile, l’amore languido, logorante e struggente, quasi da operetta. Qui ci troviamo di fronte a un allestimento dal tono elettro-rock, dall’atmosfera gotica e cupa: l’amore si grida e si brandisce come un’arma distruttiva di qualsiasi simulacro melò e tardo romantico. La Signora delle Camelie appena andata in scena al Teatro Astra di Torino, con la drammaturgia e regia di Giovanni Ortoleva, conserva gli aspetti romantici (sublimi) del dramma originale di Alexandre Dumas figlio, ma ne recupera la violenza, l’aggressiva tragicità di vicende realmente accadute. Ortoleva situa i suoi bravissimi protagonisti – Gabriele Benedetti, Anna Manella, Alberto Marcello, Nika Perrone, Vito Vicino – in una scena minimalista, dove la vera protagonista è l’esperienza nel metateatro: il palco da cui Marguerite Gautier assiste alla tragedia della sua esistenza diventa la croce cui restare inchiodata. Armando – il giovane, sprovveduto e spaurito amante – è l’altro spettatore, ancora più impotente e in balia di emozioni su cui non ha facoltà di scelta né di controllo, mentre le figure di Gastone e Prudenza sono il sadico coro di una tragedia masochista e distruttiva. Le luci di un capannone abbandonato, quasi, di una discoteca in cui perdersi e annegare, squarciano i corpi dei protagonisti – decostruiti e riscritti sapientemente, anche grazie alla consulenza del dramarurg Federico Bellini –, mentre al centro continua a viaggiare, travolto dai flutti, il palco occupato dalla signora delle camelie (sbattuta, tormentata e sempre più straziata). A fare da raccordo una voce fuori campo, insieme alle dissonanti musiche del teatro, dell’opera, del varietà, delle sere mondane: una voce che diventa essa stessa protagonista per accompagnare lo spettatore verso il cuore pulsante della messinscena; la significazione, lo spunto gettato da Giovanni Ortoleva. Grattare il testo, scarificarlo, fino a riscoprirvi l’imprescindibile legame con la realtà, con vicende biografiche personali dell’autore; fino a disseppellire il rapporto emblematico e drammatico con la figura del padre. Ingombrante, giudicante, invadente, possessivo, controllante: il padre, un tema irrisolto, un motore inceppato, un nodo mai sciolto nei secoli; l’ostacolo che si ripropone ritrovando ogni volta il suo peso schiacciante. Il padre: figura da incubo e doppelgänger di un racconto dalle suggestioni gotiche; l’ombra che acceca e confonde, che impedisce di prendere consapevolezza del sé; il vero fantasma che aleggia sulla coscienza, che minaccia e spaventa, che colloca perfettamente questo spettacolo all’interno della stagione Fantasmi 2024/25 del Teatro Astra – Teatro Piemonte Europa. Giovanni Luca Montanino