di William Arthur Rose
adattamento Mario Scaletta
con Giuseppe Pambieri, Paolo Quattrini e con Mario Scaletta, Roberto D’Alessandro, Pietro Casella, Nicola Paduano
scene Fabiana Di Marco
costumi Graziella Pera
musiche Andrea Tosi
regia Guglielmo Ferro
produzione Acast Produzioni e Teatro della Città
Vicenza, teatro Comunale, 27, 28 marzo 2025
E’ il teatro tradizionale, quello de La signora omicidi, di William Rose, un classico del giallo rosa quasi noir, brillante, a tratti comico, che Guglielmo Ferro dirige con due grande mostri della scena italiana, più che mai anche loro rappresentanti della grande tradizione, del grande teatro: Paola Quattrini e Giuseppe Pambieri. Lo spettacolo, ripreso dalla scorsa stagione, sta ottenendo ottimo gradimento su e giù per l’Italia, e a Vicenza non si smentisce. Qui c’è uno humour inglese (sebbene scritta, la commedia, da uno sceneggiatore americano, William Rose), un meccanismo perfetto e collaudato, due grandi interpretazioni, sicure e affidabilissime, ed ecco che il teatro brillante più classico torna in scena come si deve. Quattrini e Pambieri, due vere certezze, ai loro personaggi, ovvero Marcus e la signora Louise rendono quella giusta sempreverde freschezza, quella verve e quell’aplomb degna di due ottimi interpreti, con i loro personaggi che sembrano quasi ricamati su loro stessi. Una storia nota, che vedel’affittacamere Louise Wilberforce che ospita nella sua casa non del tutto elegante il professor Marcus, per una sessione di prove che lui ha in mente, coi suoi fidi musicisti, in virtù di un concerto prossimo a venire, quindi occasione ottima, quella stanza, per prepararsi. Peccato però che il professor è, insieme a tutti i suoi amici, un manigoldo pronto a organizzare una rapina alla stazione ferroviaria lì accanto, e che abbia scelto la location suddetta proprio per questo motivo. Detto in breve, la rapina riesce ad andare in porto, ma a causa di qualche piccola sbadataggine la cosa si smaschera, con la signora Louise che ne prende atto, e la giustizia, in qualche modo trionfa, con i malfattori che si autoannientano. Una commedia molto leggera, di quelle che garantiscono un paio d’ore di grande divertimento dove il segreto sta nel lasciarsi andare, farsi rapire dalla situazione e convolare nel finale tutti assieme (pubblico e spettatori) sapendo di aver vissuto un momento teatrale rigenerante, senza pensieri. A completare l’opera, la bella regia di Guglielmo Ferro, ma soprattutto le interpretazioni dei colleghi di Quattrini-Pambieri, ovvero Mario Scaletta, che ha anche adattato il testo, e su tutti Roberto D’Alessandro, inevitabile e grossolano, maldestro collaboratore di Marcus, che va a completare la scalcinata banda destinata all’insuccesso. La commedia è gradevole, si ride e sia Quattrini che Pambieri con una loro scioltezza impartiscono senza farlo pesare vere lezioni di teatro, di interpretazione che in molti farebbero bene a non perdere, e a gustarsi nei dettagli, per imparare. Il meccanismo teatrale si può definire perfetto, e si va dunque sul sicuro. E’ quel tipo di teatro brillante e classico, giallo rosa con un po’ di noir, una spruzzatina, che l’autore, uno sceneggiatore molto in voga nel cinema degli anni 50 americano, William Rose, ha scritto a suo tempo con mestiere e accortezza, un soggetto che addirittura sembra gli sia venuto così com’è in sogno, come narra la biografia in quegli anni. Va da sé che tutto questo ha garantito anche a Vicenza, al Comunale, due serate di risate molto gradite, che capitano sempre a proposito visto i tempi in cui viviamo. E un segnale, anche, che il teatro è sempre presente, e la commedia brillante un evergreen, dalla quale è proprio meglio non fuggire. Francesco Bettin