drammaturgia e regia Liv Ferracchiati
con (in ordine alfabetico) Liv Ferracchiati, Francesca Gatto, Chiara Leoncini, Livia Rossi
aiuto regia Piera Mungiguerra
scene Giuseppe Stellato
costumi Laura Dondi
luci Emiliano Austeri
suono Spallarossa
Centro Teatrale Mamimò
Marche Teatro
Teatro Nazionale di Genova
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Teatro Gobetti, Torino 6 – 11 mag 2025
Uno spettacolo divertente, senza dubbio, dove le risate al pubblico in sala si strappano inaspettate e con abile dolcezza; con intelligenza e dialoghi disarmanti. Nel perfetto stile di un autore di riferimento come Woody Allen. Una commedia romantica, nel senso più acuto e internazionale dell’espressione: una pièce che, mescolando pochi essenziali ingredienti, offre uno spaccato gustoso e riflessivo dell’essere umano nella sua intimità, delle relazioni, di equilibri e squilibri nella coppia. Liv Ferracchiati, ormai, non ha bisogno di interpretazioni e il suo Stabat Mater, già vincitore del Premio Hystrio Nuove Scritture di Scena nel 2017, torna in scena al Teatro Gobetti di Torino con un nuovo cast e la stessa verve dell’esordio. Il drammaturgo e regista, alla maniera di Allen in Harry a pezzi (Deconstructing Harry), porta in scena parte della sua vicenda biografica, ma riesce in una specie di miracolo autoriale: superare la peculiarità e la specificità biografica evitando una scrittura ombelicale ed egoriferita, raccontando sentimenti e fragilità. Stabat Mater è uno spettacolo che raccomandiamo fortemente, perché getta uno spunto prezioso alla riflessione su legami dati troppo a lungo per scontati (al punto da rinunciare a leggerli e decodificarli), sulla genitorialità (al femminile, ma non solo, perché anche sulla paternità di sé stessi si ha modo di fermarsi); sulle idee che abbiamo – condizionate, instillate, stereotipate, imposte – di femminilità e di mascolinità; su come e quanto, al di là di etichette e possibili categorizzazioni, è solo di tenerezza che stiamo parlando. È la voglia di tenerezza a condurci in dialoghi goffamente cerebrali, a guidarci in rapporti cui disperati chiediamo di insegnarci a essere, per l’appunto, più teneri e indulgenti nei confronti di noi stessi. Impresa ardua, che Ferracchiati (artista associato del Teatro Stabile di Torino), mostra di saper affrontare (anche esorcizzando) attraverso la scrittura e il racconto. Con lui in scena tre brave attrici: Francesca Gatto, Chiara Leoncini, Livia Rossi circondano con disinvoltura, autoironia e delicatezza questo irresistibile autore e intellettuale, porgendogli ora lo scudo e ora la lancia nella strenua lotta contro le nevrosi e le insicurezze. L’allestimento di Stabat Mater che va in scena in questa stagione è completamente rinnovato, ma mantiene integra la capacità di indagare temi caldi come l’autodeterminazione e la libertà d’espressione identitaria con acuta, rispettosa leggerezza. Andate a vedere Stabat Mater per riflettere su una verità universale (valida per tutti, o quasi): diventare adulti significa cercare il proprio posto nel mondo, muovendosi con fatica da genitori ingombranti verso relazioni altre (che faticano a decollare); in primis la relazione con se stessi. Giovanni Luca Montanino