Produzione: Associazione Culturale Artisti Riuniti Palomar in collaborazione con Pav e Teatro della Tosse
Drammaturgia: Marco Andreoli, Regia: Circo Bordeaux
Interpreti: Michele Riondino e Maria Sole Mansutti
Aiuto regia: Alessio Piazza, Scene: Fabrizio Darpino, Video: Marco Quintavalle, Trucco e costumi: Eva Nestori, Disegno luci: Luigi Biondi, Musiche: Teho Teardo, Attrezzista di scena: Francesco Traverso
In scena al Teatro della Tosse, Genova dal 1 al 4 novembre 2012
Il sipario si apre e nel buio della scena si intravedono i corpi di Ada e Savino. Alle spalle di lui si intuiscono i contorni di un'enorme cucina, in cui ogni mobile non è a misura d'uomo ma di gigante. Ada è seduta sopra il frigorifero. Accanto a lei le luci di un piccolo albero di natale illuminano ad intermittenza il suo profilo.
Ada e Savino sono due bambini, calze lunghe fino al ginocchio e vestito da bambola. Giocano, si rincorrono, ridono, si arrabbiano, urlano e fanno la pace. Sin dall'infanzia il rapporto tra i due si delinea come un conflitto tra opposte visioni della vita e dell'amore. Ada persevera nella fantasia di bambina di un amore eterno, di matrimonio, di figli, di nido. Vorrebbe scrivere su un quaderno tutte le parole che si diranno, per non rischiare promesse disattese. Vorrebbe murare la porta di casa, essere l'inizio e la fine, tutto il mondo di cui Savino ha bisogno.
Savino, da parte sua, è uno spirito libero, vuole viaggiare, vedere il mondo, incontrare persone nuove. Soprattutto, vuole uscire da quella stanza e vuole convincere Ada a seguirlo. Il fiocco azzurro da scolaro che tiene legato attorno al collo diventa il nodo della cravatta che da adulto lo soffoca e lo inchioda alle pretese di lei. L'unica apertura che Ada è disposta a concedere al loro claustrofobico tête-à-tête è la presenza di un pesce rosso, prigioniero di un'ampolla di vetro, che Savino battezza, con ironica amarezza, Siamosolonoi.
Il conflitto tra ricerca di libertà e ansia d'abbandono si declina in tutti i quadri della pièce, saltando avanti e indietro nel tempo, con tensione crescente. Mescolando vittimismo e inganno, Ada fa credere a Savino che il mondo fuori di lì, fuori da loro, sia orrendo e spaventoso. La corda a cui il loro amore è aggrappato si logora piano piano, fino al momento in cui Savino riesce per la prima volta a guardare la porta di casa come a una possibilità reale di fuga e di cambiamento.
Lo schema, pur prevedibile, delle dinamiche emotive con cui le coppie si amano e si distruggono, viene proposto da Marco Andreoli con una drammaturgia rarefatta, tanto quanto l'aria che si respira in quella cucina. I dialoghi si fondono con le azioni dei personaggi fluttuando tra realtà e immaginazione, fantasia e concretezza. Michele Riondino e Maria Sole Mansutti riescono a mantenersi in equilibrio tra forma ed emozione, lirismo e straniamento. I sorrisi tesi e allucinati si sciolgono in un bacio rubato.
Lunghi applausi arrivano da una platea insolitamente piena. "Riondino fa cassa", è il commento che sento prima di entrare in sala. E faccia pure cassa Riondino se, grazie alla notorietà come attore di cinema e televisione, riesce a portare nuovo pubblico a teatro, a sedurlo con l'aspettativa, cui mantiene fede, di uno spettacolo di qualità, il cui risultato non è un capriccio da star, cui manca il teatro nel curriculum, ma un lungo percorso iniziato nel '99 con il collettivo Circo Bordeaux che con Siamosolonoi firma la regia dello spettacolo numero dodici.
Marianna Norese