di Mia Benedetta e Francesca Comencini
Regia: Francesca Comencini
Costumi: Paola Comencini
Interpreti: Mia Benedetta, Bianca Nappi, Carlotta Natoli, Lunetta Savino, Simonetta Solder, Chiara Tomarelli
Produzione: Artisti Riuniti e Associazione InArte
Genova, Auditorium dell'Acquario di Genova, 19 giugno 2016
Sei voci per altrettante memorie di donne legate all'Eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944. Il dato storico legato alla storia recente di Roma durante l'occupazione fascista prende corpo nello spettacolo Tante facce nella memoria. Le interviste, che fanno parte di un libro di Alessandro Portelli, L'ordine è già stato eseguito, danno corpo ad un testo teatrale così come era già accaduto per Radio Clandestina, scritto ed interpretato da Ascanio Celestini. Presso l'auditorium dell'Acquario di Genova Tante facce nella memoria è andato in scena nella riproposizione di un teatro che sa farsi civile e testimone della storia. Le sei attrici, in una scena rappresentata solamente da sei seggiole e la proiezione dello sfondo della Roma occupata, danno voce e corpo alle memorie di Ada Pignotti, Gabriella Polli, Vera Simoni, Giuseppina Ferola, Marisa Musu, Carla Capponi e Lucia Ottobrini, parenti di alcuni dei martiri delle Fosse Ardeatine ed esponenti dei Gruppi d'Azione Patriottica. Uno spettacolo totalmente femminile, compresa la sapiente regia di Francesca Comencini e Mia Benedetta. Quest'ultima è anche una delle sei attrici dello spettacolo che, a quanto si dice nell'introduzione, è una proposizione drammaturgica di memorie storiche reali. Lo spettacolo, anche per il forte tasso emotivo che lo permea, è molto sentito. Per questo crea una commozione palpabile nel pubblico. Le attrici in scena si dimostrano mirabili nell'incarnare il sentimento e il dolore delle testimonianze con punte di eccellenza da parte di Lunetta Savino e Carlotta Natoli, interpreti l'una di una moglie e l'altra di una figlia che lasciano trapelare le ferite di un lutto insanabile. Sebbene le voci si esprimano individualmente, lo spettacolo è un coro femminile di strazio ed emozioni. L'afflizione dei parenti, l'ineluttabilità della lotta partigiana e i rimorsi di coscienza di donne alle prese con la morte si intrecciano in una trama che mostra in filigrana una marcata espressione del teatro civile.
Gabriele Benelli