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IL TANGO DELLE CAPINERE – regia Emma Dante

Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco in "Il Tango delle Capinere", regia Emma Dante. Foto Carmine Maringola Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco in "Il Tango delle Capinere", regia Emma Dante. Foto Carmine Maringola

di Emma Dante
Regia Emma Dante
Interpreti: Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco
Luci: Cristian Zucaro
Produzione Sud Costa Occidentale in coproduzione con Emilia Romagna Teatro ERT - Teatro Nazionale / Teatro di Roma -Teatro Nazionale /
Teatro Biondo Palermo / Carnezzeria / Théâtre des 13 vents, Centre Dramatique National Montpellier / MA Scène Nationale - Pays de Montbéliard
Teatro Biondo di Palermo dal 13 al 22 gennaio 2023

www.Sipario.it, 18 gennaio 2023

Il titolo che Emma Dante ha dato al suo spettacolo, Il tango delle capinere, messo in scena con successo al Biondo di Palermo, mi ha fatto fare un tuffo nel passato, quando da ragazzino mia madre ascoltava questa canzone cantata da Nilla Pizzi da un 78 giri, trasmettendomi dei sentimenti che non avevo ancora provato: la malinconia e la nostalgia. Ben presenti invece nei due vecchi personaggi, i bravissimi Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco, che all’inizio sbucano fuori da due bauli ai lati della scena illuminata da una sassaiola di piccole luci che scendono giù dalla graticcia. I due si avvicinano un po’ tremando un po’ caracollando e come Les vieux di Jacques Brel che non parlano, non sognano, non muoiono, si abbracciano, si accarezzano, si baciano. Lui tossisce, inghiotte una pillola, poi sta per giungere la mezzanotte e allora fa scoppiare un petardo e lancia in aria dei coriandoli, festeggiando così l’anno nuovo con una bottiglia di spumante e tentando poi alcuni passi di danza. La loro è una sorta di metamorfosi all’indietro. Lentamente si svestono, cambiano aspetto, sembrano più giovani, avvolti dalla voce di Mina che canta e se domani io non potessi rivedere te, seguita da quella struggente Lontano lontano di Luigi Tenco che farà ricordare i loro volti che s’amavano tanto. I due personaggi raccontano la loro vita attraverso una serie di canzoni, di eventi e balli, quasi come aveva fatto Jean Claude Penchenat con lo spettacolo Le Bal ripreso poi da Ettore Scola col suo film Ballando, ballando. Sentimenti puri, carichi di nostalgia, al ritmo di cha-cha-cha, mambo, twist e ballo del mattone alla maniera di Rita Pavone, sino a quando i due ricordano d’avere avuto un figlio col quale giocano come fosse un giocattolo e che li porta finalmente a parlare, sia pure in dialetto palermitano, delle cose di tutti i giorni, come la lista della spesa, e rievocare il Natale con le parole di De Gregori, i regali, lei che riceve un paio di scarpe a spillo con le quali prova a ballare subito una milonga di Piazzolla. È uno spettacolo che Emma Dante aveva nel cuore, che prende spunto da quei Ballarini, ultimo capitolo della Trilogia degli occhiali e che realizza con grande delicatezza e rinnovata passione, pensando pure e forse a quel Finale di partita di Samuel Beckett. Nella vita all’indietro di quei due vecchi si rievocano alcuni fatti di cronaca raccontati dalla Rai-Tv, compreso quel mondiale spagnolo di calcio vinto dall’Italia al grido di Martellini che risuona ancora oggi alle orecchie di tutti. Tornano alla ribalta quei watussi di Edoardo Vianello che ballano l’hully-gully, i due che fanno l’amore dove capita, lei che appare in abito da sposa bianco, immancabile negli spettacoli di Emma, poi ripresa in costume da bagno assieme a lui, entrambi poi sposi felici con i palloncini colorati in scena, e si sente Gianni Morandi che canta fatti mandare dalla mamma a prendere il latte e il Quartetto Cetra con Baciami piccina sulla bocca. Ecco infine la canzone del titolo cantata dalla Pizzi, certamente un tango un po’ retrò, ma ancora di grande impatto sentimentale, che la coppia balla al meglio, mentre le luci si attenuano e c’è lui che cade a terra e lei lo coccola e lo veste con una camicia da notte bianca. Pare che lui non ce la faccia a camminare, allora lei lo prende in braccio come un bambino e lo depone nel suo baule chiudendone il coperchio. Adesso è lei a tossire e prendere qualche pillola e andare a sistemarsi nel suo baule al suono della milonga di prima e il pubblico, riconoscente, ripaga entrambi con oceanici applausi.

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Giovedì, 19 Gennaio 2023 12:58

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