Di e con Beppe Puso
In occasione della Piccola Rassegna Culturale Torinese
CIRCOLO ARCI SUD
CineTeatro Baretti, Torino 06 marzo 2025
Orlando è il fratello di Osvaldo, ma è soprattutto un appassionato, incontenibile (quanto evitabile) interprete di canzoni: ha una ricetta per tutto, un tutorial per risolvere qualsiasi problema e soprattutto un punto di vista “laterale”, che sublima e dissolve come per incanto i mali della società. Se il suo nome, dunque, vi fa pensare alla follia raccontata dall’Ariosto nel famoso poema cavalleresco, non ingannatevi e andate a vedere Traumaturgico, di e con Beppe Puso. Lo spettacolo – in scena al CineTeatro Baretti di Torino nell’ambito della Piccola Rassegna Culturale Torinese organizzata dal Circolo Arci Sud – mischia satira caustica e scorretta a canzoni e critica sociale: Beppe Puso non risparmia la politica, né i costumi e gli usi cui ci si omologa quasi senza volere, ma è soprattutto alla parte disfattista di noi (di sé stesso e di noi altri spettatori) che sembra rivolgersi; quella che «uccide l’entusiasmo». Ci vogliono talento ed equilibrio, occorre sensibilità, per rimanere in equilibrio cavalcando come una tavola da surf autocritica e critica sociale, senza farsi travolgere e capottare dalle onde del disfattismo: in questo Puso è uno stand up comedian perfetto, nella migliore tradizione dei late show americani. Traumaturgico rivela la sensibilità (verso le cose belle) dell’autore, che oltre alle canzoni e alla musica si serve di disegni e di filmati sperimentando diversi linguaggi: per riscrivere una favola, porgere aneddoti grotteschi, superare tare e traumi di età verdi e non più verdi, che ci accomunano collettivamente. A unirci tutti in un afflato omologante di mediocrità è soprattutto la tendenza ossessiva a prendersi sul serio, quasi che ciò renda più credibili: ebbene, l’invito di Puso, irresistibile teppista da palco, è a piantarla e farla finita; lo show – che propone live i contenuti dei suoi video tutorial e post sui social network – è un invito a scegliere il grottesco, il paradosso, per assumere un distacco più sano e (perché no?) divertente dalle cose. Ci sono, ma forse no. E se non ci sono io, chi se ne importa? Però, una volta che ci sono, datemi retta. Ecco l’essenza di un traumaturgico pensatore che non ha paura di sembrare banale semplificando; che non teme la violenza sferzando, perché sa muoversi con intelligenza. Da vedere e gustare, come guardarsi allo specchio e ridere di gusto, senza paura di far troppo chiasso. Particolarmente comico e irresistibile (è un consiglio a chi legge) è il suo oroscopo all’interno dello spettacolo. Giovanni Luca Montanino