mercoledì, 25 giugno, 2025
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ULTIMA PAROLA (L') - regia Barletti/Waas

Lea Barletti e Werner Waas in "L’ultima parola", regia Barletti/Waas Lea Barletti e Werner Waas in "L’ultima parola", regia Barletti/Waas

Lea Barletti / Werner Waas
Testi L’ultimo nastro di Krapp di Samuel Beckett, Finché il giorno non vi separi di Peter Handke
un progetto di Barletti/Waas
con Lea Barletti e Werner Waas
regia Barletti/Waas
sound design e musiche originali eseguite dal vivo Luca Canciello
scenografie Ivan Bazak
light designer Andrea Torazza
assistente alla regia Paolo Costantini
consulenza luci Pasquale Mari
produzione Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse, Barletti/Waas, TPE – Teatro Piemonte Europa, Florian Metateatro
e con il sostegno di CSS / Dialoghi, Residenze delle arti performative a Villa Manin
L’ultimo nastro di Krapp in accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di Curtis Brown Group Ltd
Finché il giorno non ci separi copyright della Suhrkamp Verlag AG Berlin per gentile concessione dell’Agenzia Danesi Tolnay
con il sostegno di Goethe Institut Culture Moves Europe 
Teatro Astra 17 - 31 maggio 2025

www.Sipario.it, 29 maggio 2025

Una riflessione sulla figura del maschio e su come, all’interno della relazione, la donna vada rivendicando la propria determinazione a esistere, a entrare con le proprie istanze, finalmente a uscire dal silenzio; una luce sul buio dell’incomunicabilità e anche uno spunto a pensare il riequilibrio nei rapporti (in generale, non solo dicotomici tra uomo e donna), perché talvolta siamo noi stessi artefici della nostra solitudine.

L’ultima parola, un progetto di Barletti/Waas da L’ultimo nastro di Krapp di Samuel Beckett e da Finché il giorno non vi separi di Peter Handke, va in scena al Teatro Astra di Torino mettendo sotto il torchio un grande classico del teatro mondiale, interrogandolo su tematiche esistenziali che da sempre sono spina nel fianco dell’umanità: in primis, la possibilità di vivere una relazione (di qualunque genere e natura) senza necessariamente cedere all’istinto di prevalere, o di lasciarsi soverchiare.

Il duo italo-tedesco Barletti/Waas, accompagnato dalle musiche originali eseguite dal vivo di Luca Canciello, costruisce un impianto che si basa sulla successione di due monologhi: il primo pone al centro un Krapp più cinico e disilluso che mai, come siamo abituati a vederlo, intento a registrare le proprie riflessioni su un nastro magnetico in occasione di ogni suo compleanno; il secondo, ecco lo sgomento da parte del pubblico, porta alla ribalta l’unknown female di Krapp, che dopo decenni di rappresentazioni si fa avanti guadagnandosi una ribalta.

Così, Krapp esegue il suo rituale di confronto con sé stesso, mangiando banane ed escludendo qualunque altra voce dal proprio amaro bilancio; mentre, nella seconda parte, una presenza femminile (oscurata più che evocata, tradizionalmente citata solo come figura di contorno ed elemento di colore) si racconta, porge al pubblico la propria versione, con una gentilezza e un sorriso in contrasto rispetto alla caustica ironia di Krapp. La donna appare inaspettatamente, là dove non ci aspetteremmo mai fosse, mentre del protagonista maschile non resta che l’involucro svuotato al centro della scena. Sono l’uno il fantasma dell’altra – evocati, temuti e inseguiti –, mentre su entrambi incombono i fantasmi di un amore mai vissuto, di un’identità indefinita e scontornata, della vita stessa. Così, il duo Barletti/Waas (che cura anche la regia) porta in scena una specie di duello tra i monologhi di Samuel Beckett e di Peter Handke, ma a uscirne vincitrice (ci sembra) è la donna, che emerge con una vitalità troppo a lungo sopita. 

L’Ultima Parola è uno spettacolo di impatto, grazie al contributo determinante delle musiche originali (vere protagoniste), eseguite dal vivo da Luca Canciello, mentre le scenografie (semplici e sorprendenti) sono di Ivan Bazak.

Giovanni Luca Montanino

Ultima modifica il Giovedì, 29 Maggio 2025 09:01

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