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UOMINI SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI 2 - regia Marco Simeoli

Uomini sull'orlo di una crisi di nervi 2 Uomini sull'orlo di una crisi di nervi 2 Regia Marco Simeoli

di Alessandro Capone e Rosario Galli
con Carmine Balducci, Rosario Galli, Franco Lo Cascio e Marco Simeoli e con la partecipazione di Karin Proia
regia: Marco Simeoli
Roma, Teatro Greco, dal 10 al 27 aprile 2008

Avanti, 24 aprile 2008
Come fragili esistenze

Al Teatro Greco di Roma proseguono, fino a domenica prossima, le repliche di "Uomini sull'orlo di una crisi di nervi 2. Il ritorno". È uno spettacolo giunto al decimo anno di rappresentazione e continua ad avere successo. Parla di quattro amici che amano giocare a poker, un "vizio" cui destinano gran parte delle loro (scarse) risorse economiche. Ma un bel giorno decidono di stornare il denaro del gioco su una giovane donna (che fa mercimonio del proprio corpo). È talmente attraente da indurre Gianni, uno degli amici sposato da poco, a prendere i soldi - destinati alla ragazza - e scappare con lei. Ai suoi amici lascia un biglietto di scuse e fugge nell'illusione di un futuro che riscatti il grigio passato matrimoniale. Ma le fiabe sono diverse dalla realtà; quella che si trova ad affrontare Gianni è sovrapponibile alla preesistente. Ormai disilluso e senza soldi, è costretto a far ritorno a casa degli amici, riuniti in una sorta di "famiglia allargata" di uomini reduci dai rispettivi fallimenti familiari. La situazione economica disastrata di Gianni non è dissimile da quella che vivono i suoi sodali, orfani (e vittime) delle rispettive consorti che continuano ad essere presenti, come fossero insaziabili esattrici di denaro. La loro convivenza conflittuale vive momenti di tensione che deflagrano con il malore di Pino, colto da un attacco di panico. In suo soccorso interviene una dottoressa dal fisico provocante che lo sottoporrà ad una visita - estesa anche agli altri - da cui si evince il profondo disagio di una piccola comunità alla canna del gas. La vita di questi quattro uomini è residuale e priva di futuro, avviluppata da una spirale autolesionista che fa sprofondare in basso. La donna che irrompe nella loro esistenza è protesi delle loro ex mogli, intenzionate a distruggerli. Per ottenere l'annientamento dei loro ex compagni sono disposte a tutto. Marco Simeoli (interprete e regista) fa brillare una "bomba" scagliandole contro pietre acuminate quasi volesse "lapidare" Alessandro Capone e Roberto Galli, autori di una commedia ricca di debolezze, inadeguatezze, fragilità ed egoismi senili di uomini "andati a male". Si chiamano Pino (Rosario Galli), Ciccio (Franco Lo Cascio), Gianni (Carmine Calducci) e Nicola (Marco Simeoli). Percorrono un tratturo scosceso dalle innumerevoli strettoie, costringendo lo spettatore a risate convulse che rischiano di farlo cadere giù dal dirupo. È una storia che prende perché somiglia a fatti che accadono realmente tra mariti e mogli separati, storie brutte che diventano "tragedie" perché trattasi di "cronache" scambiate per "storie" da chi le vive. È uno spettacolo dal ritmo incalzante, piacevole, intelligente, esilarante e ben costruito. Gli attori si muovono con naturalezza all'interno di una scenografia che testimonia un passato opulento non rassegnato alla vita grama del presente. Esistenze fragili che non possono più contare su nulla se non sulla solidarietà complice (ed obbligata) di uomini alla deriva, privi di ancoraggio. Bravi tutti i quattro interpreti maschili (ognuno dà il giusto apporto alla pièce), onesta la prova di Karin Proia. Il personaggio di quest'ultima, con una forzatura arbitraria, potremmo paragonarlo ad una mantide in cerca di prede da fagocitare. Una "donna di malaffare" capace di "miracoli iconoclastici" alimentati dal denaro, quello "sterco del demonio" divenuto icona di mogli divorziate (e viziate), dedite a spremere fino in fondo i loro ex coniugi ormai alla frutta. Veder ridotto alla fame il proprio ex è mero erotismo sadico, il più voluttuoso "amplesso di ritorno" capace di "orgasmi sublimi". Un erotismo inerziale di cui sono affette le moglie di questi "Uomini sull'orlo di una crisi di nervi", ormai alla fonda di un porto da cui è difficile prendere il largo. Perché il natante è inadeguato ed il mare grosso presagisce sciagure.

Gianfranco Quadrini

Ultima modifica il Domenica, 11 Agosto 2013 10:03

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