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UNO NESSUNO E CENTOMILA - 
regia Roberto Trifirò

"Uno nessuno e centomila" - regia Roberto Trifirò "Uno nessuno e centomila" - regia Roberto Trifirò

di Luigi Pirandello
drammaturgia e regia Roberto Trifirò
con Roberto Trifirò, Federica Armillis, Laura Piazza, Alessandro Tedeschi, Andrea Soffiantini
scene e costumi Barbara Petrecca
disegno luci Toni Zappalà
assistente scene e costumi Caterina Villa
fonica Rossano Siragusano
assistente alla regia Beatrice Sabaini
Milano, Teatro Sala Fontana dal 10 al 22 giugno 2014

www.Sipario.it, 19 giugno 2014

Lo sguardo sull'abisso

"Chi era colui? Nessuno un povero corpo, senza nome, in attesa che qualcuno se lo prendesse..." Con queste parole si apre l'incipit di "Uno nessuno e centomila" Adattamento drammaturgico, di un classico della produzione Pirandelliana, a cura di Roberto Trifirò.

Odissea di un "everyman:" Vitangelo Moscarda alla ricerca ostinata, quanto perigliosa, del vero se stesso. La lotta dell'individuo - contro la società e alla ricerca del vero io- torna a rappresentare il tema dominante del'900: "l'uomo è pronto a combattere la sua lotta contro tutto"; Imperativo dominante è la ricerca di una dimensione unitaria ottenuta, a qualsiasi costo, anche accettando la follia e l'isolamento. E' questo il fulcro centrale della novella pirandelliana dal finale agre e beffardo. Suprema parabola, nella quale, ognuno di noi giunge a sfiorare l'abisso che custodisce dentro di sé.

Frantumazione dell'essere ...come sono e come mi vedono

Frantumazione dell'essere iniziata, a partire da un'inezia, il riscontro di un banale dettaglio fisico: la linea obliqua del proprio naso. Niente di che ... Solo una piccola discrepanza- tra ciò che è creduto- e ciò che esiste in natura. A questo punto inizia a formarsi, infinita e ossessiva, la catena degli interrogativi... gli infiniti "come" e "perché".

Roberto Trifirò, - in veste di regista e interprete – complice, anche, una brillante narrazione dai tempi letterari - ferma istanti di coscienza e porta Moscarda a tentare di recuperare una visione unitaria fra: identità sociale, ruolo di capofamiglia e radici culturali (il rapporto col padre usuraio).

Classico prodotto del XX secolo, il nostro eroe, trascorre la giovinezza fra gli agi: gli anni di studio: discontinui e vaghi; il matrimonio contratto per amore; ed infine, le mille manie che da sempre hanno dominato la sua mente febbrile.

Trascorsi pirandelliani

Roberto Trifirò, regista analitico e attento ai moti dello spirito ha sviluppato, nel corso del tempo, un legame particolare con il Nobel agrigentino e la sua produzione letteraria. Dopo i precedenti adattamenti: "Non si sa come" e "il piacere dell'onestà"; "Uno nessuno e centomila" amplia la gamma delle esperienze e arricchisce, di nuove sfumature, l'incessante lavoro di "Recherche". Lo studio della scena (di Barbara Petrecca) e il disegno luci (Toni Zappalà) riflette il tratto estremo di sobrietà espressionista: uno sfondo neutro pronto a riflettere tenue allegorie e citazioni pittoriche da Mondrian a Giorgio Morandi ed, al contempo, pronte ad evocare stati d'animo e ombre provenienti dal passato: impiego di colori accesi per la passione e la rabbia. Le ombre di uomini e oggetti, proiettate sullo sfondo neutro delle scene, evocano un crudele teatrino della memoria. I personaggi- entrano ed escono occupando la platea- ampliando così l'area del gioco teatrale. (forte impatto emotivo, nonché citazione dalla prima storica di "sei personaggi in cerca d'autore).Ottimo gruppo d'interpreti: dalla presenza, in scena dell'eclettico Andrea Soffiantini; alla brillante idea di sdoppiare la visione di una Dida in due distinte chiavi di lettura: moglie dolce e accondiscendente: Federica Armillis e la provocante versione di Laura Piazza.

Successo di pubblico per una pièce che riesce a fondere insieme cuore e mente. Pubblico attento e partecipe, numerose le uscite.

Francesca Bastoni

Ultima modifica il Domenica, 22 Giugno 2014 09:08

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