ispirato ai testi e alle immagini di "Una Bibbia" di Philippe Lechermeier e Rebecca Dautremer
di e con: Dario Garofalo e Paolo Piano
drammaturgia: Flavia Gallo
scene: Simona Panella, Danila Barone, Valentina Albino
costumi: Monica Mancini
disegno luci: Tea Primiterra
regia: Danila Barone e Dario Garofalo
produzione: Teatro del Piccione
Visto a Parma, al Teatro al Parco di Briciole Solares, il 26 febbraio 2024
Divertimento e grandi emozioni con il Teatro del Piccione in “Verso B” Uno spettacolo di estrema sensibilità, accurato in ogni passaggio, storie che s’inseguono, si mescolano, ma che conservano al centro, perno essenziale di tutto, il rapporto tra padre e figlio, che, insieme, in "VersoB", creazione del Teatro del Piccione, stanno viaggiando fianco a fianco, migranti che rievocano narrando, quasi rivivendoli sia pure in forma sfumata e laica, con leggerezza, alcuni episodi della Bibbia. Molto bravi Dario Garofalo e Paolo Piano, autori e interpreti, capaci di creare atmosfere di attesa e sorpresa, ma anche di far nascere belle risate piene tra il pubblico dei bambini. Efficaci anche quei dialoghi che sembrano improvvisati: forse non tutti diventano genitori, ma, sì, tutti siamo figli - e le generazioni precedenti hanno depositato saperi e racconti, giunti fino a noi. Anche da un mondo antichissimo come quello della Bibbia: dunque del tutto diverso? C’erano guerre e povertà, migrazioni ed epidemie…Ora non più? Si tolgono le scarpe i due protagonisti e si cambiano in scena. Dove dirigersi? Sembra che un vento li travolga: chi spinge da una parte, chi dall’altra. Non potevamo stare a casa?, domanda il figlio. No: lì ormai non era rimasto più nulla. Ma poi si scoprirà che anche Abramo era stato costretto ad abbandonare la sua terra: ordini superiori! Tornano queste affinità, che sono però distanti, creando solo vaghi richiami. Appare un carretto pieno di tantissime cose, che appariranno via via, secondo le necessità della situazione. C’è un cavalluccio a dondolo. E ci sono elementi di un costume da capro: espiatorio? Ma: dov’è il coltello? L’abito è sacro, rituale: chi deve morire? Ogni volta si riparte. Grande è la fame. E’ tempo di visioni. O post-visioni? Si gioca ma si avverte anche una strana inquietudine. Il padre ripete più volte che le cose accadono “misteriosamente”. Viene anche montata una tenda - ma quella notte, dopo aver ricordato la storia di Abramo, si vedrà in ombra un sogno terribile, sospeso, alto, lo strumento del sacrificio…Molto belle anche le musiche, di terre lontane, e le luci, che creano atmosfere o svelano pensieri, ansie, come per quel riflesso luminoso dalla lama del coltello. Ma Il figlio avrà una rivelazione: devono andare verso una particolare città. Unico indizio: inizia con la lettera B. Tante le ipotesi, tutte sbagliate. Apparirà anche un albero secco, che però poi, si scoprirà, nascondeva un bel frutto maturo: ecco un buon uso del coltello, metà per uno! Anche Sara aveva avuto un figlio quando era molto, molto vecchia, quando sembrava non potesse dare nuovi frutti. E’ vero: le cose accadono misteriosamente. Ma: ecco Babele! Quella la città che andavano cercando. Sparirà il padre nel crollo dell’immensa torre. Una bambina si avvicina al figlio guidata da una luce, lo prende per mano: da allora le lingue si erano moltiplicate più difficile riuscire a comprendersi, un compito ancora importante ora, “comprenderci gli uni con gli altri”. Tanti, tanti applausi, divertimento ed emozioni insieme. Valeria Ottolenghi
Il legame di padre e figlio ricordando assai laicamente alcune storie della Bibbia