martedì, 18 febbraio, 2025
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VENERE NEMICA - regia Dimitri Milopulos

Drusilla Foer in "Venere nemica", regia Dimitri Milopulos Drusilla Foer in "Venere nemica", regia Dimitri Milopulos

scritto e interpretato da Drusilla Foer
con la partecipazione di Elena Talenti
regia di Dimitri Milopulos, direzione artistica di Franco Godi
produzione di Best Sound Savà Produzioni creative
Cremona, teatro Ponchielli, 9 gennaio 2025

www.Sipario.it, 18 gennaio 2025

«Ma lei è brava». E nell’avversativo usato dalla signora con cappellino anni Quaranta c’è tutta la forza di Drusilla Foer, al secolo Gianluca Gori. Quel ‘ma’ è lo stesso che accompagnava la curiosità del teatro borghese per Paolo Poli en travesti, lo stesso che accompagnava il fenomeno Renato Zero, negli anni Settanta/Ottanta. C’è in quel ‘ma’ lo stupore e lo spiazzamento di un essere quel che non si è, o forse il desiderio che quel vermicello che è l’io si renda conto che non è padrone in casa sua, per dirla con Freud. È effettivamente brava Drusilla Foer nel costruire il suo personaggio e nell’edificare il suo teatro irridente, ma in fondo tranquillizzante, iperfemminile, al punto da evidenziare debolezze e vanità dell’universo femminile. Ed ecco un’altra avversativa! Questo fa in Venere nemica, un omaggio alla bellezza e alla sua dea, prigioniera dell’eternità e affamata d’amore e di vita, quella vita che è possibile vivere a pieno solo se si ha coscienza della morte. È questa la riflessione più bella del lungo, lunghissimo dialogo a due voci, in scena in un teatro esaurito e plaudente, tanto generoso quanto pronto a lasciare la sala non appena il sipario si chiude. Bisognerà riflettere, prima o poi, sulla fine degli applausi e delle chiamate in scena. 

Che cosa fa Drusilla Foer affiancata da Elena Talenti? Parte al tavolino del camerino, disvelando la finzione del teatro, il luogo dove paradossalmente la verità è di casa. La Venere di Drusilla è una dea stanca dell’Olimpo, una dea che ha scelto di vivere fra i mortali, ma che non rinuncia al suo essere dea. In Venere nemica Drusilla Foer fa coesistere Marylin Monroe, Marlene Dietrich nel suo ultimo concerto in lungo abito di paillettes, oppure Julianne More in Lontano dal Paradiso, donne la cui femminilità curatissima è manifesto di bellezza, ma anche di condanna a essere come sono viste dagli altri. Ecco Venere mostra ciò che non ci aspettiamo, mostra la gelosia nei confronti del figlio Amore rubatogli da Psiche, una mamma divina che si sente un poco suocera. 

Venere nemica si gioca sul doppio registro dell’ironia graffiante delle battute di Drusilla e l’introspezione di un personaggio che lascia l’Olimpo per il desiderio di scoprirsi umana, se non mortale. In realtà viene da pensare a Nostra Anima di Savinio, in cui la favola Amore e Psiche di Apuleio raggiunge la pruderie erotica e dissacrante che il testo di Venere nemica non ha, ma il paragone forse non regge, perché eccessivo. Il pubblico segue, partecipa nel momento in cui Drusilla Foer da Venere passa ad essere il personaggio sciccoso che piace in tv e in Rete. Nell’immensità del buio del palco, Drusilla ed Elena Talenti gestiscono lo spazio come possono, con chiaroscuri e riflessi indotti dalla parete di vetro, unico elemento scenico. Forse la regia di Dimitri Milopulos avrebbe dovuto guidare meglio le attrici per non lasciarle sole in balia delle parole e di gesti che elegantemente ricordano le grandi dive che si attaccavano alle tende. Tutto è senza dubbio voluto, tutto è studiato – si crede – con consapevolezza e una buona dose di cultura scenica e non solo, ma l’impressione è che non decolli, che l’aspetto ironico rimanga soffocato da un testo che vorrebbe essere intenso e profondo e a tratti appare un poco vacuo, se non prolisso. Ma in tutto questo sul pubblico ha la meglio il personaggio, il suo porsi, la sua eleganza irraggiungibile, da sogno, un’eleganza degna di una Venere che però è nemica alla nostra piccola quotidianità. Applausi, un diluvio di applausi per una Venere che sa essere amica delle certezze e dei ‘ma’ del pubblico. Chi scrive esce di sala con la voglia di tornare a leggere Nostra Anima di Savinio. 

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Sabato, 18 Gennaio 2025 21:18

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