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ZERO, ZERO - regia Lucia Ragni

Zero, zero Zero, zero regia Lucia Ragni

di Luisa Stella
regia: Lucia Ragni
scene e costumi: Franz Prestieri
musiche: Rosario Del Duca
con Lucia Ragni e Rosario Del Duca
Roma, Piccolo Jovinelli, dal 16 al 26 ottobre 2008

www.Sipario.it, 17 ottobre 2008
Cosa faranno in Paradiso?

Il nome della protagonista di Zero, zero, Euthalia, deriva dal greco e paradossalmente significa fiore che sboccia. Nella finzione scenica Euthalia è invece una donna ultranovantenne che, impotente, vede cadere uno ad uno i suoi ultimi petali.
Dopo il fortunato Lamia, storia di una prostituta, che nel 2004 le era valso una candidatura al Premio UBU come migliore attrice non protagonista, Lucia Ragni torna a lavorare con l'autrice palermitana Luisa Stella.
Il monologo parte dal pretesto di una bolletta telefonica scaduta e della conseguente sospensione del servizio. In sostituzione dell'ormai desueto apparecchio telefonico, Euthalia non ha resistito alla tentazione di comprare un cellulare. Libero da cavi e legami, Euthalia, incorniciata dai merletti del suo vestito, può stringere a sé il nuovo oggetto, carezzarlo fino a farne un'appendice di se stessa. Per un attimo si rimpossessa dell'illusione di libertà, ma l'assenza di squilli sottolinea il vuoto della stanza, riportando a galla confusi ricordi del passato che via via diventano sempre più lucidi. Il silenzio è compagno che si fa notare, specie quando non ci si è ancora abituati.
Sprofondata in un mosaico di cuscini e tappeti, Euthalia chiacchiera così con un'invisibile serva dal nome Bimba, polemizza con un invisibile fattorino, critica un'invisibile vicina di casa che continua a sfornare libri che nessuno mai leggerà.
Le stazioni del calvario sono scandite dal suono melanconico di dixieland, che sembra accudire la sua sofferta rassegnazione; Euthalia è ormai alla deriva. Il ricordo del sesso ha aperto un'emoraggia che lei tenta di arrestare con la voglia surrogata di braciole e babà.
Si lascia così naufragare ripercorrendo i più banali luoghi comuni della vecchiaia. Con veemenza urla parole forti contro un invisibile Dio.
E' mai possibile che questo cellulare sia così inutile? Finalmente uno squillo. Euthalia ci si aggrappa con tutta se stessa, ma hanno sbagliato numero. Ci deve essere qualcuno dall'altra parte.
Dopo un logorroico viaggio nella memoria, Euthalia si decide a comporre finalmente un numero: Zero Zero... Non arriva in fondo, si interrompe così come in superficie sembra fermarsi l'intera storia.
La sentita interpretazione di Lucia Ragni perde d'intimità perché inspiegabilmente microfonata in una sala come il Piccolo Jovinelli. Invece di essere vissuta sulla propria pelle, diventa un racconto interrotto di tanto in tanto dal buio e dai brevi interventi di Rosario Del Duca che presta voci in falsetto a vari personaggi.
Tra i pochi elementi scenici, in primo piano una gabbia vuota. Euthalia, all'inizio del viaggio, vi posa il suo cappello di paglia come a fissare la sua solitudine dei giorni infelici.

Cosimo Manicone

Ultima modifica il Mercoledì, 07 Agosto 2013 13:15

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