La pellicola ci permette di ricordare la storia di un giovane coraggioso, che, pur avendo il padre mafioso, ha lottato contro l'omertà del padre e dei suoi concittadini e non si è fatto influenzare, andando contro la mafia.
È proprio da bambino, quando vede la morte violenta dello zio Don Cesare Manzella, saltato in aria con la propria auto, che sceglie ed idealizza la lotta contro la mafia.
Il giovane Peppino Impastato, grazie anche all'aiuto del fratello Giovanni, va contro la mafia, ai fini della costruzione di una società migliore basata sul bene comune. Denuncia la condotta e gli atti del boss Gaetano Badalamenti detto "don Tano",che viveva a cento passi dall'abitazione di Peppino: da qui il titolo del film.
Successivamente, il giovane scrive alcuni articoli sul giornale locale tra cui uno intitolato " la mafia è una montagna di merda".
A circa 30 anni decide di aprire una radio, radio Aut, in cui attacca e prende in giro la mafia e denuncia le sue azioni criminali.
Quando si candida alle elezioni comunali, viene ucciso durante la campagna elettorale nella notte tra l'8 e il 9 maggio del 1978.
La polizia non approfondisce le ricerche sul caso, che viene archiviato come suicidio.
I fatti si svolgono intorno all'aeroporto, nella piazza del paese e in altri luoghi di Cinisi.
Tra gli attori abbiamo: Lorenzo Randazzo, che interpreta il ruolo di Peppino Impastato da bambino; Lo Cascio, che interpreta il ruolo di Peppino Impastato da adulto; Sperandeo, che interpreta il ruolo di Gaetano Badalamenti, e gli altri Lucia Sardo, Paolo Briguglia, Andrea Tidona, Ninni Bruschetta interpretano il ruolo dei componenti della famiglia e di alcuni mafiosi.
Di questo film fa parte una canzone, colonna sonora del film, intitolata "I cento passi", che ha avuto un grande successo.