Il poeta Edoardo Sanguineti, si ritrova nel bar di una stazione nel bel mezzo del nulla, tutti i treni sono soppressi e ogni dimensione spazio temporale è assente. Perso ed alienato, siede aspettando un treno che forse non arriverà, ma, come nati dal nulla, fanno la loro comparsa i due eterni camerieri di quel non luogo. Le due ombre sembrano incomprensibilmente interessate a tutto ciò che riguarda il protagonista e la loro curiosità sembra aumentare quanto più diventa reticente: hanno il compito di scoprire quale sia davvero il suo treno e rispondono ad un capo privo di identità. Il frenetico processo dialettico fra i personaggi, che condurrà alla sintesi definitiva di questo viaggio, è la metafora del reale cammino interiore del "poeta saltimbanco", che per comprendere e ritrovare se stesso è costretto, quasi paradossalmente, a perdersi sempre più. All'apice della perdizione, il poeta ode il fischio del suo treno e, così come era arrivato, scompare lasciando soltanto i suoi libri. Questi, unico segno del suo passaggio, rendono manifesta la sintesi finale del cammino statico del poeta.In una dimensione fuori dal tempo, il ritmo è scandito dal turbolento susseguirsi dei pensieri, delle riflessioni e delle immagini ripetute al limite dell'assurdo; l'intera trama è costellata da citazioni che rendono "Besame mucho" una vera e propria opera erudita.Lo spettacolo, nonostante la staticità della scena, non presenta cali di tensione; i salti funambolici da una citazione all'altra o da un concetto all'altro costringono lo spettatore a rimanere attento lungo tutto l'arco di svolgimento dell'opera. La perfetta commistione di cultura e approfondimento dell'Io umano, insieme alla convincente prova di Petruzzelli accompagnato dalla felice interpretazione di Mauro Pirovano e Alice Giroldini, fanno di "Besame mucho" una manifestazione teatrale profonda, toccante ed universale.