Chi mette in atto questo fenomeno è il "bullo", che crede di essere più furbo e più forte rispetto ad altri ragazzi, prendendosi gioco della persona presa di mira, maltrattandola, a volte anche fisicamente oltre che psicologicamente.
Il bullismo si manifesta soprattutto nell'età adolescenziale, quando nasce, nel cuore dei ragazzi, quell'istinto di dominare sugli altri, anche tramite gesti aggressivi, quando si comincia a nutrire una grande rabbia che ha bisogno di sfogarsi, spesso senza pensare con chi e senza tener conto del luogo e delle conseguenze di atteggiamenti discriminanti e violenti.
La vera persona in pericolo è la vittima che per le prepotenze e gli atti del bullo si sente umiliata e derisa.
Si tratta di soggetti deboli e sensibili che, spesso, si chiudono in se stessi, soffrendo in solitudine e rifiutandosi di confidarsi anche con persone care. Alcuni arrivano a decisioni anche terribili come l'autolesionismo o, ancor di più, in estremi casi,scelgono di togliersi la vita, perché stanchi di aver sofferto troppo a causa dei soprusi e delle umiliazioni.
Ormai, da diversi anni, nella società si è verificato anche il cosiddetto "cyberbullismo"ossia bullismo online, che consiste nel pubblicare video o foto imbarazzanti personali, per far sentire a disagio e deridere la vittima.
L'aspetto più negativo del bullismo è il "branco", quelle persone che assistono e stanno a guardare l'atto di violenza sul più debole, senza intervenire o, addirittura, incitando il bullo.
Questo brutto fenomeno va espandendosi, perché nessuno riesce a bloccarlo, nonostante le continue vicende, di cui la cronaca odierna è piena, e le lotte contro il bullismo.
Aggravato dal silenzio, poiché nessuno si ribella per paura, questo fenomeno continua a ripetersi e a passare inosservato.
La soluzione più adeguata potrebbe essere quella di dialogare con il bullo per far emergere i problemi che ha e per cercare di risolverli nel miglior modo, facendo sì che magari la sua aggressività diminuisca, perché spesso questi soggetti chiamati "bulli" sono ragazzi/e che hanno avuto un'infanzia difficile, costretti a tenersi tutto dentro senza magari avere a fianco una persona di cui fidarsi, per poter sfogare il proprio rancore e la propria rabbia. I docenti, inoltre, dovrebbero osservare attentamente il comportamento degli alunni, per potere intervenire tempestivamente ed evitare casi di isolamento o di emarginazione, che sicuramente lasciano un segno, che sarà difficile rimuovere dalla mente e dall'animo.