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Sentimenti di razzismo nella società odierna
redatto da Marino Alessio 
Classe III C SIA Istituto Tecnico Statale "Garibaldi" Marsala
Docente referente: Maria Rita Bellafiore

Siamo abituati ad associare la parola "Razzismo" al nazismo, al fascismo, al totalitarismo in genere, in ogni caso ad una visione reazionaria della società, ad una ottusa concezione della razza umana, suddivisa in razze "superiori e inferiori".

Ancora oggi ci sono schieramenti politici basati sul razzismo, che si insinua anche nei conflitti tra i popoli.
Quello di oggi è un razzismo, che si è sviluppato negli ultimi anni in Europa in rapporto alla diffusa immigrazione, che porta a vivere a fianco di persone "diverse" per colore della pelle, cultura e religione.
Si manifesta così un senso di irritazione verso gli "intrusi", che vivono nei quartieri della nostra città, occupano posti nel mercato del lavoro, non rispettano le nostre regole di vita o addirittura infrangono le nostre leggi.
In questo caso, nasce, addirittura, un senso di paura nei loro confronti: li consideriamo pericolosi, perché commettono furti e violenze, contribuiscono al giro della droga e della prostituzione. Molto spesso apprendiamo dai media che gli extracomunitari sono i protagonisti di fatti criminosi, ma "i razzisti" commettono l'errore di giudicarli come coloro che per natura sono quelli che commettono atrocità di ogni genere.
La cultura razzista nasce e si afferma attraverso le idee trasmesse dalla famiglia, dagli amici, dagli ambienti che si è soliti frequentare, dai gruppi politici con cui si entra in contatto. Per questo occorre educare gli esseri umani a controllare con la ragione i propri istinti aggressivi e le proprie paure, a prendere coscienza che il razzismo può annidarsi nell'animo di ciascuno.
È necessario far propri i grandi valori della democrazia, dell'uguaglianza degli uomini, della universalità dei diritti per combattere questo problema, per il quale, purtroppo, non si trovano soluzioni efficaci.
A ciò contribuisce la mancanza di una piena integrazione fra la società europea e la comunità di immigrati, che talvolta tendono ad isolarsi per difendere la loro lingua, i loro costumi, le loro religioni.
Noi giovani dovremmo lottare contro questo modo di agire e di pensare, dovremmo sensibilizzare l'opinione di tutti e pretendere delle leggi che tutelino i diritti di chi viene considerato " diverso". Non bisogna dividere la società in "noi" e "lori", in "buoni e cattivi", "amici e nemici", "bianchi e neri", ma dobbiamo rispettare quel comandamento che dice: ama il tuo prossimo come te stesso.

Ultima modifica il Domenica, 07 Febbraio 2016 21:26
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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