Nata a Roma il 3 novembre 1931, Maria Luisa Ceciarelli, nota a tutti con il nome d'arte Monica Vitti, si diploma nel 1953 presso l'Accademia Darte Drammatica dove ha come maestro il grande Sergio Tofano, il quale si accorge subito della sua esuberante vis comica.
A teatro si mette in luce ne La Mandragola e sempre con Tofano rappresenta L'avaro di Moliere. Anche se sul palcoscenico recita Brecht e veste i panni di Ofelia nell'Amleto' di Bacchelli, nel 1956 riscuote un grande successo con Sei storie da ridere di Luciano Mondolfo. Fu decisivo l'incontro con il regista Antonioni di cui fu l'interprete e ispiratrice per quella che si può definire come la tetralogia sulla crisi dei sentimenti L'Avventura (1960), La notte (1961), L'eclisse (1961- 1962), Il deserto rosso (1964).
Monica Vitti si impone definitivamente a livello internazionale per la sua capacità di incarnare angosce ed inquietudini, crisi di identità e malesseri di una donna "moderna".
De Palma la dirigerà nella sua prima regia (Teresa la ladra, 1973) e la farà diventare una regina di tabarin (Mimì Bluette...fiore del mio giardino, 1976).
Nella seconda metà degli anni '60 passa al genere della commedia. Con Mario Monicelli (La ragazza con la pistola, 1968) può finalmente liberare il suo talento comico, già lucidamente preannunciato da Sergio Tofano. Pur essendo bella ed elegante, dimostra che per far ridere al cinema non bisogna essere per forza bruttine, attempate o poco desiderabili. Anzi. Alberto Sordi soffre per lei in Amore mio aiutami (Sordi, 1969). Mastroianni e Giannini sono pronti a tutto per amor suo, un po' come Tognazzi che da marito trascurato cerca di riconquistarla con L'anatra all'arancia (Luciano Salce, 1975).
Negli anni '70 insieme a Sordi forma una delle coppie più amate del nostro cinema e s'impone come la "mattatrice" incontrastata, unica donna capace di competere con i grandi comici della commedia all'italiana.
Monica capisce che il segreto della comicità risieda nella ribellione contro le malinconie della vita e, grazie a questa sua intuizione ed alla sua smisurata capacità, riceve molti premi cinematografici (tre Nastri d'argento e cinque David di Donatello), ma nonostante gli enormi successi sul grande schermo non rinuncia al teatro.
Nel 1986 è accanto a Rossella Falk in La strana coppia, per la regia di Franca Valeri e due anni dopo rappresenta Prima pagina, diretto da Giancarlo Sbragia.
Numerose anche le sue incursioni sul piccolo schermo, non soltanto in veste di illustre ospite d'onore, sempre adorna di turchesi e di un'eterna giovinezza. Proprio in televisione recita accanto a Eduardo De Filippo ne Il cilindro (1978).
Esordisce nella regia con Scandalo segreto (1990), di cui è stata anche interprete, grazie al quale vince il Globo d'oro sia come attrice sia come regista. Monica vitti si è cimentata con successo anche nella scrittura pubblicando nel 1993 la sua autobiografia dal titolo Sette sottane ed il suo primo romanzo Il letto è una rosa (1995), sempre nel 1995 le viene assegnato il Leone d'Oro al Festival del Cinema di Venezia.