Dal 1973, quando fondò il Teatro dell'Elfo, lavora a tutto campo nelle produzioni della compagnia come attore, spesso in ruoli di protagonista, regista, scenografo e occasionalmente anche traduttore. È responsabile con Elio De Capitani della direzione artistica di Teatridithalia (Elfo e Portaromana Associati) e, a quattro mani insieme a lui, ha firmato molte regie degli spettacoli che hanno segnato lo stile e la storia del gruppo: dalla trilogia di Fassbinder - Le amare lacrime di Petra Von Kant, La bottega del caffè, I rifiuti, la città e la morte (che Bruni in seguito ha arricchito dirigendo e interpretando Come gocce su pietre roventi) - fino alla commedia di Dario Fo Morte accidentale di un anarchico, nella quale, nel 2005, ha anche affrontato il difficile ruolo comico del protagonista. Tra i successi personali vanno ricordate le interpretazioni shakespeariane di Amleto, debuttato nel 1994, ripreso più volte ed elogiato da un ottima critica sul Financial Times, di Shylock nel Mercante di Venezia prodotto per l'Estate Teatrale Veronese del 2003 e della recente Tempesta, realizzata con Francesco Frongia, nella quale, dando voce a una schiera di personaggi-marionette "si propone – secondo molti critici - come erede legittimo di Carmelo Bene"; la sua maturità d'attore, confermata in quest'ultimo spettacolo, si era d'altro canto imposta con il monologo sdisOrè di Giovanni Testori, considerato "uno dei culmini della sua carriera".
Tra le regie più riuscite, vanno citati due classici con Ida Marinelli protagonista: Zoo di vetro di Tennessee Williams e l'importante progetto del Giardino dei ciliegi di Cechov, messo in scena nel 2006 con la compagnia dell'Elfo al completo, in un allestimento, di cui firma anche scene e costumi, applaudito per rigore e sensibilità interpretativa.