Sguardi critici su L'altra scena
Il Teatro GiocoVita fra didattica della critica e un nuovo percorso produttivo
In francese il teatro ragazzi si dice teatro della gioventù e ciò sembra permettere di oltrepassare i limiti del teatro per l'infanzia. Questo accade al Teatro Gioco Vita che pur mantenendo fede al suo specifico: teatro per l'infanzia e teatro d'ombre con la rassegna L'altra scena, diretta da Jacopo Maj, organizzata da Teatro Gioco Vita con Fondazione Teatri di Piacenza e Comune di Piacenza, il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano e di Iren Emilia e la collaborazione dell'Associazione Amici del Teatro Gioco Vita, cerca di dare concetezza alla denominazione ministeriale di Centro di produzione teatrale. Tutto ciò si caratterizza non solo in un cartellone dedicato al teatro comtemporaneo che ha aperto la stagione teatrale piacentina, ma anche nella volontà di produrre spettacoli in cui presente e linguaggio scenico si intrecciano come è accaduto con Vita da cavie di Marta Dalla Via e Nicola Cavallari. «Vita da Cavie è un primo passo, è il nostro tentativo di esperire un teatro dell'oggi fuori dai confini del teatro per l'infanzia e teatro ragazzi tout cour – spiega Jacopo Maj, direttore artistico de L'altra scena -. E' un inizio di un percorso produttivo ancora tutto da esperiere, ma che potrebbe rappresentare un ulteriore sviluppo per Teatro GiocoVita. L'anno scorso abbiamo lavorato sul Cavaliere inesistente di Calvino, quest'anno su Vita da cavie, una riflessione sul nostro presente. Bisogna capire come e in che modo Teatro Gioco Vita possa dire la sua nel copmplesso e articolato scenario della contemporaneità». Intanto la rassegna L'altra scena – giunta alla sesta edizione – ha avuto il merito in questi anni di inanellare una serie di spettacoli che hanno contribuito a offrire uno spaccato di ciò che è il teatro contemporaneo. In questa edizione fra i protagonisti ci sono stati Carrozzeria Orfeo con Animali da bar, i vincitori di Premio Scenario: Gianni di Caroline Baglioni e Mad in Europe di Angela Demattè, Allarmi di Ert e ErosAnteros, oltre che il recital di Gianfranco Berardi dedicato a Modugno e Virgilio brucia di Anagoor,
Ma la peculiarità de L'altra scena è anche quella di volersi offrire come palestra per giovani spettatori, nel segno di una didattica della visione critica. «Con questo spirito, dalla seconda edizione del 2012, si è deciso di introdurre una sezione educational proprio per valorizzare la partecipazione e il coinvolgimento delle scuole superiori piacentine, attraverso l'avvio di un progetto sulla critica teatrale, la proposta di incontri nelle scuole e momenti di confronto tra gli artisti e gli studenti al termine degli spettacoli», spiega Jacopo Maj. Per l'edizione 2016 il percorso è stato duplice. Con Sguardi critici si è voluto coinvolgere gli studenti in un'analisi guidata alla stesura di una recensione giornalistica, coniugando sguardo e azione nel segno di una elaborazione del giudizio da parte di spettatori in formazione. L'iniziativa è stata curata da Nicola Arrigoni, critico teatrale di Sipario e redattore del quotidiano «La Provincia» di Cremona col supporto di Simona Rossi ed Emma Chiara Perotti dell'ufficio scuola del Teatro GiocoVita. Sguardi Critici – avviato nel 2015 - ha fatto tesoro della positiva esperienza del percorso di introduzione alla recensione teatrale SCS/Studenti-Critici-Spettatori, realizzato dal 2012 al 2014 sempre nell'ambito de L'altra scena. Ai ragazzi è stato chiesto di scrivere una recensione su tre spettacoli del festival e di partecipare agli incontri con gli artisti alla fine di ogni rappresentazione. I ragazzi, nelle 48 ore successive alla visione dello spettacolo, hanno dovuto cimentarsi singolarmente o in gruppo nell'elaborazione di un testo critico sullo spettacolo a cui hanno assistito. Determinante nel coinvolgimento degli studenti è stata la collaborazione delle insegnanti del liceo Gioia: Maria Augusta Schippisi, Alessandra Tacchini, Elisabetta Peruzzi, Barbara Antonini e Antonella Tampellini. Sempre nell'ambito de L'altra scena ha avuto uno straordinario consenso e afflusso di pubblico scolastico – ma in serale – con un Municipale tutto esaurito, la messinscena di Virgilio brucia della compagnia Anagoor, spettacolo preceduto da un incontrio con il regista Simone Derai e l'attore Marco Menegoni che hanno spiegato ai ragazzi l'operazione scenica, il tema affrontato dallo spettacolo, balzato all'onore delle cronache per l'inusuale scelta di recitare in latino il secondo libro dell'Eneide in cui sono narrati la violenza della distruzione di Troia, ha irradiato la sua riflessione sulle contraddizioni di uomo e di artista, sulla creazione poetica in sé, e in special modo sull'inquieto rapporto tra poesia e potere.
Sia nel caso degli spettacoli recensiti dai ragazzi, sia in quello di Virgilio brucia, legato più a un progetto volto ad affrontare i classici come possibili voci del contemporaneo, il festival L'altra scena e il Teatro GiocoVita hanno portato a sistema un'esigenza: cercare con il linguaggio del teatro non solo di raccontare il nostro contemporaneo, ma anche di coivolgere in questo racconto un pubblico in formazione, in nome di una visione e fruizione consapevoli dell'agire in scena. Il progetto Sguardi critici è un esempio di una palestra del giudizio argomentato e della scrittura che si offre come strumento per incoraggiare una riflessione partecipata sull'andare a teatro e sulla necessità die speriere e consocere insieme. Si tratta di un'esigenza di alfabetizzazione partecipata sempre più pressante, una necessità spinta dalla volontà di incoraggiare un cambio generazionale della platea teatrale, un cambiamento consapevole e accompagnato per mano che si spera possa dare frutto nel prossimo futuro. Insomma complice la scuola, il teatro si mette in gioco non solo per perpetuare se stesso, ma per offrirsi a sguardi in formazione e ipotizzare un comune cammino con lo spettatore del futuro prossimo venturo. E in questa direzione si pone anche l'impegno di Teatro GiocoVita nel definire passo passo una nuova attività produttiva che a fianco al teatro dell'infanzia e delle ombra preveda una riflessione sull'oggi, affidata ad un linguaggio scenico per tutte le età.